Qualcuno dica per favore al presidente della Repubblica Giorgio Napolitano di stare attento quando va in vacanza. Ogni anno, ogni estate, il capo dello Stato e donna Clio se ne vanno a Stromboli, nelle isole Eolie. E io, giustamente, li invidio. Però qualche giorno fa scopro che il quotidiano francese Libération stila un elenco di spiagge da evitare assolutamente. «Non tutte le spiagge rispondono al cliché delle cartoline», e fin qui siamo d'accordo. Ma nel loro «giro del mondo dei posti che non vi raccomandiamo», i colleghi francesi ci informano che, tra litorali infestati da meduse velenose, isole stra-popolate di uccelli marini e spiagge sorvolate a bassissima quota da Boeing in atterraggio, anche Stromboli merita di essere segnalata tra «le più improbabili».
Pourquoi? Per le lingue di fuoco del vulcano, quelle della Sciara, che quando raggiungono il mare portano la temperatura dell'acqua a 90 gradi. Beh, mi sembra un motivo inappuntabile. Mi chiedo solo perché l'unica spiaggia italiana da evitare sia proprio quella di Stromboli, la cui unica colpa è essere uno dei vulcani attivi più importanti al mondo (non a caso geologi e vulcanologi hanno classificato a livello internazionale la "fase stromboliana" per descrivere l'attività eruttiva esplosiva di media intensità con lancio di lapilli e ceneri).
Immediatamente penso a tutti i litorali cementificati, a quelli inquinati, agli scarichi industriali, alle mucillagini e ad altre amenità che caratterizzano molti chilometri di coste italiane.
La guida di Libération non ha sicuramente la pretesa di essere "scientifica" e riconosco anche una certa ironia in alcune descrizioni. Mi lascia solo perplesso, ripeto, che ci sia Stromboli. Non per puro campanilismo siculo. Certe colate laviche in Islanda o alle Hawaii possono essere pure più pericolose, temo.
L'ultima eruzione tragica dello Stromboli è quella del 1930: 5 morti e decine di feriti. Pare che allora, come già nel 1919, le esplosioni furono causate da infiltrazioni di acqua marina nel camino vulcanico (al contrario di quanto avvertono da Libé, fu l'acqua a entrare in contatto con il magma e non viceversa!, ndr).
Il monito di Libération è rivolto, ça va sans dire, al turista che, intelligente e avveduto, vuole scegliere con oculatezza la spiaggia ideale per le sue vacanze. Dubito infatti che dalla Francia si siano preoccupati dei disservizi e dei disagi con cui hanno a che fare quelli che a Stromboli ci vivono. Immagino che sull'isola, in particolare nel piccolo borgo di Ginostra, siano disposti a barattare un po' di acqua rovente con meno problemi logistici quotidiani, tipo le difficoltà nei collegamenti marittimi, la sospensione di certi servizi (postali, medici e idrici, per esempio), persino le messe razionate perché la chiesa è ancora da restaurare. O, per restare a Ginostra, gli impianti elettrici vecchi che costringono i pochi residenti a continui blackout. E così qualche settimana fa alcuni ginostrani si sono rivolti addirittura alla cancelliera tedesca Angela Merkel, pregandola di portare all'Unione Europea le istanze del borgo. No, amici francesi, non è un sussulto estremo di europeismo, è che a Ginostra il 20% degli abitanti (10 su 50) è tedesco, di quei nordici che a Stromboli sono arrivati nonostante l'acqua calda. Sempre lì, a Ginostra, fino all'autunno scorso, il problema era la mancanza di una sezione elettorale per i 37 elettori del borgo, che solo dalle politiche 2013 hanno potuto votare senza doversi spostare in barca da un'altra parte dell'isola.
Stiamo parlando comunque dell'isola che fece da sfondo a uno dei classici del neorealismo italiano, Stromboli terra di Dio, di Roberto Rossellini con Ingrid Bergman (1950). A quel tempo, al massimo, la temperatura molto alta che avrebbe sconsigliato di fare un giro da
quelle parti era dovuta piuttosto alla guerra tra la Bergman e Anna
Magnani che si fece soffiare dalla diva svedese l'uomo (Rossellini appunto) e il ruolo di protagonista
e per ripicca montò a Lipari la produzione di Vulcano di William Dieterle... ("guerra" che fece ri-scoprire le Eolie come mèta turistica, en passant)
Se poi a Libération non sono cinefili e preferiscono la letteratura, ricordiamo che già nel 1864 il loro connazionale Jules Verne ambientò a Stromboli la conclusione di Viaggio al centro della terra.
Un po' di rispetto, colleghi transalpini. Sapete come lo chiamano i suoi abitanti, lo Stromboli? Iddu, Lui. E pazienza se erutta e l'acqua si fa troppo calda ogni tanto. Come direbbe lo zio di Johnny Stecchino, «iè la natura».
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martedì 11 giugno 2013
lunedì 3 gennaio 2011
Isolani isolati #1
Le isole Eolie sono stupende. Le "sette sorelle" sono un gioiello della natura: dal 2000 l'Unesco le ha dichiarate patrimonio di tutta l'umanità, ma chiede giustamente di non violentarle con il cemento... Al di là della bellezza che affascina il turista, però viverci non deve essere affatto facile.
Nel 2011 appena iniziato, l'arcipelago riceverà forniture di acqua ridotte del 10 per cento, come aveva anticipato qualche tempo fa il ministero della Difesa, che ogni anno stanzia 15 milioni di euro. Nelle Eolie saranno dunque inviati 2 milioni di tonnellate di acqua potabile, 200 mila in meno rispetto all'anno da poco concluso. L'acqua arriva nei quattro comuni delle isole (Lipari, Malfa, Leni, Santa Marina Salina) da Napoli, con le navi-cisterna della società Vemar dell'armatore Domenico Ievoli. Lo stesso Ievoli che dieci giorni fa è stato assolto dal tribunale di Lipari per fatti risalenti al 2007, quando fu accusato - insieme al comandante di una delle sue navi - di aver causato rumori molesti a Stromboli e disturbato isolani e vacanzieri. Secondo il giudice, si trattava di "stato di necessità", era impossibile non fare rumore nelle operazioni di scarico dell'acqua. Ora che l'acqua da consegnare è di meno, forse si ridurranno anche i rumori...
Humour paradossale a parte, in questo periodo vengono fuori tutti i disagi degli eoliani, soprattutto dei residenti nelle isole più piccole. A Ginostra, sull'isola di Stromboli, niente messe a natale e a capodanno; il servizio postale è sospeso; tardano i lavori di messa in sicurezza del piccolo molo d'approdo. I fedeli di Filicudi, invece, hanno trovato chiuse le porte della chiesa di Santo Stefano, in località Valdichiesa. Il parroco don Lorenzo Bianco ha deciso, senza particolari motivazioni, di celebrare a capodanno una sola messa nel pomeriggio a San Giuseppe a Pecorini alto, cancellando la funzione mattutina nella chiesa principale dell'isola.
Oltre ai soliti problemi nei collegamenti con la terraferma, ora le Eolie dovranno fare i conti anche con le scorte d'acqua e con le preghiere razionate.
Nel 2011 appena iniziato, l'arcipelago riceverà forniture di acqua ridotte del 10 per cento, come aveva anticipato qualche tempo fa il ministero della Difesa, che ogni anno stanzia 15 milioni di euro. Nelle Eolie saranno dunque inviati 2 milioni di tonnellate di acqua potabile, 200 mila in meno rispetto all'anno da poco concluso. L'acqua arriva nei quattro comuni delle isole (Lipari, Malfa, Leni, Santa Marina Salina) da Napoli, con le navi-cisterna della società Vemar dell'armatore Domenico Ievoli. Lo stesso Ievoli che dieci giorni fa è stato assolto dal tribunale di Lipari per fatti risalenti al 2007, quando fu accusato - insieme al comandante di una delle sue navi - di aver causato rumori molesti a Stromboli e disturbato isolani e vacanzieri. Secondo il giudice, si trattava di "stato di necessità", era impossibile non fare rumore nelle operazioni di scarico dell'acqua. Ora che l'acqua da consegnare è di meno, forse si ridurranno anche i rumori...
Oltre ai soliti problemi nei collegamenti con la terraferma, ora le Eolie dovranno fare i conti anche con le scorte d'acqua e con le preghiere razionate.
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