C'è chi dice che la politica sia l'arte del possibile. Chi invece, come un mio vecchio professore all'università, che "la politica è l'arte di creare le condizioni del possibile". In Sicilia, però, la politica è talmente creativa ed estrosa da realizzare le condizioni pure dell'impossibile, o improbabile. E dunque, non essendoci mai limite a nulla, né al ridicolo né all'impossibile, la giunta regionale di centrodestra ha deciso - due anni e mezzo dopo le elezioni che videro per la prima volta eleggere un deputato regionale della Lega di Salvini - di far entrare ufficialmente il partito ex secessionista padano nel governo della Sicilia.
All'Ars, il parlamentino siciliano, la Lega conta attualmente tre deputati (in Sicilia, più che altrove, il cambio di casacca è sport assai praticato), quindi ormai aveva tutti i numeri in regola, secondo la coalizione di centrodestra guidata da Nello Musumeci, per fare il suo storico ingresso nella giunta regionale. D'altra parte, da più di un anno è vacante una poltrona: quella dell'assessore alla Cultura e all'Identità siciliana. Sì, esatto: la Lega avrà l'assessorato siciliano alla cultura. Il posto purtroppo era libero dal 10 marzo 2019, quando morì tragicamente in un incidente aereo in Etiopia l'allora assessore Sebastiano Tusa, autorevole e stimatissimo archeologo e soprintendente del Mare (preceduto per pochi mesi dal solito Vittorio Sgarbi). Finora il governatore Musumeci ha mantenuto l'interim dell'assessorato, ma evidentemente i tempi sono maturi per l'allargamento della giunta alla Lega fu Nord, rappresentata in Sicilia dal commissario, lombardo, Stefano Candiani (che tuonava spesso contro i Genovese, Micciché, Lombardo e affini, salvo poi trovarseli inevitabilmente alleati, in barba agli slogan contro la "vecchia politica"). Le opposizioni sono ovviamente insorte, non senza ironia peraltro, per questa distribuzione di posti di governo e sottogoverno in piena crisi da pandemia.
Matteo Salvini è entusiasta: "Siamo orgogliosi di entrare nella giunta del governatore Musumeci per occuparci di Beni culturali e Identità siciliana. Tra le altre cose avremo l’onore di gestire le soprintendenze provinciali e quella del Mare, i 14 parchi archeologici, con i teatri di pietra e i templi, per non parlare dei musei regionali e delle straordinarie biblioteche di Palermo, Catania e Messina. La Sicilia, con la sua storia e la sua cultura, è un vanto per l’Italia: siamo orgogliosi di entrare nel governo regionale, prima volta nella storia, per confermare le capacità amministrative delle donne e degli uomini della Lega, al servizio dei siciliani e del cambiamento". Il mantra della Lega, rispetto alla Cultura e all'Identità siciliana, è adesso la promozione dell'insegnamento del siciliano nelle scuole. Ma chi sarà questo primo assessore leghista di Sicilia? Chi metterà a disposizione "le capacità amministrative della Lega al servizio dei siciliani e del cambiamento"? Il nome più gettonato sarebbe quello di un sindaco di un piccolo comune del Messinese, Furci Siculo. Si chiama Matteo Francilia. Non un leghista della prima ora: ex Udc, già candidato a sostegno di Mario Monti, poi nel gruppo di Alfano schierato con il centrosinistra, infine approdato nelle schiere sovraniste. Curriculum politico molto siciliano...
Per la cronaca. Il 14 agosto 2018, mentre a Genova si scavava tra le macerie del ponte Morandi, a Furci Siculo Francilia sedeva alla destra di Matteo Salvini in una festosa cena leghista di ferragosto.
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