L'amianto è ovunque, in Sicilia: sui tetti, nei vecchi serbatoi per l'acqua, nelle tubature. Dal 1955 anche l'Isola ha avuto il suo bello stabilimento di produzione di fibrocemento, l'Eternit Siciliana tra Priolo e Augusta (perché il petrolio, lì, evidentemente non bastava...), chiusa solo nel 1993, un anno dopo la messa al bando del materiale. Considerando che il mesotelioma pleurico, il grave cancro provocato dalla fibra (oltre ad altre malattie come l'asbestosi), ha un periodo di incubazione di 30 anni, ecco perché la prescrizione è un ignobile insulto al tempo. Soprattutto a quello, poco, che rimane.
Oltre a Priolo e Augusta, spiccano in Sicilia almeno altri due Sin, siti di interesse nazionale per le bonifiche, cioè Milazzo e Biancavilla. Queste sono peraltro le località dell'isola già ampiamente classificate, insieme a Gela, tra quelle a più alto rischio tumori in Italia. A Milazzo, altro luogo che già sconta la presenza del polo petrolchimico, l'incidenza del tumore alla tiroide è del 24% superiore alla media per gli uomini, addirittura del 40% per le donne. Mentre a Biancavilla si registrano eccessi di mesoteliomi e tumori della pleura.
Biancavilla mi ha sempre colpito. Storicamente ha fatto parte di quello che è stato chiamato "triangolo della morte", insieme agli altri comuni catanesi di Adrano e Paternò. Solo che in quel caso la morte era quella che arrivava col piombo (in forma di proiettile), nella faida di mafia che ha insanguinato quell'area dagli anni Ottanta. Eppure a Biancavilla, 24mila abitanti, si muore anche di amianto. Ed è atrocemente ironico il nome del paese, perché di bianco lì ci sono soprattutto le polveri velenose e mortali dell'asbesto. Il paradosso è che non ci sono fabbriche, non c'è una produzione industriale. Lì l'amianto – pazzesco – è naturale. Solo intorno a Biancavilla esiste una fibra minerale, la fluoro-edenite, di origine vulcanica (siamo alle pendici dell'Etna), che ha azione carcinogena. Le case e le strade costruite dagli anni Cinquanta in poi a Biancavilla, con i materiali estratti dalle vicine cave del monte Calvario (sic), ne erano piene. A metà degli anni Novanta si sono riscontrati aumenti di tumori, dal '98 sono partite le bonifiche.
Nello stesso giorno in cui l'Eternit andava giudiziariamente in prescrizione, l'International Agency for Research on Cancer (Iarc), agenzia intergovernativa dell'Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms), confermava con assoluta e scientifica certezza che la fluoro-edenite è cancerogena. La morte, soprattutto quella per amianto, purtroppo non si prescrive.
Nello stesso giorno in cui l'Eternit andava giudiziariamente in prescrizione, l'International Agency for Research on Cancer (Iarc), agenzia intergovernativa dell'Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms), confermava con assoluta e scientifica certezza che la fluoro-edenite è cancerogena. La morte, soprattutto quella per amianto, purtroppo non si prescrive.
Nessun commento:
Posta un commento