venerdì 25 marzo 2011

Sentieri avvelenati

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Lo sapevamo già. Ora arrivano (anzi, ri-arrivano) le conferme. La Sicilia è disseminata di siti inquinati a rischio tumore, in perfetta linea con la situazione nazionale. Sono 44 i Sin (siti di importanza nazionale), mappati dall'Associazione Italiana di Epidemiologia in uno studio condotto dall'Istituto Superiore di Sanità, dalla sezione italiana dell'Oms e dalla Sapienza di Roma. Tra queste aree, quattro sono siciliane. Sempre le solite, appunto confermate anche nell'ultimo rapporto del Progetto Sentieri. SENTIERI: bel nome, evocativo, sembra di parlare di prati, boschi e passeggiate primaverili. E invece è un acronimo: Studio Epidemiologico Nazionale dei Territori e degli Insediamenti Esposti a Rischio da Inquinamento. I quattro siti siciliani avviati su questi Sentieri sono Gela, Milazzo, Priolo e Biancavilla. Tutti nella Sicilia orientale, nota a margine. I primi tre sono i poli petrolchimici, piazzati in altrettanti golfi bellissimi. Dove poteva farsi turismo, si raffina petrolio. L'ultimo luogo è un comune del catanese avvelenato dall'amianto.
La Sicilia paga dunque un alto tributo in termini di salute, tutto a causa del "ricatto occupazionale" che ha caratterizzato lo sviluppo industriale dell'Isola. Offriamo investimenti e occupazione, alla salute e all'ambiente ci penseremo dopo. Molto dopo. E non si tratta più soltanto di denunce di associazioni e cittadini, sono le analisi scientifiche a dirlo. A Gela come a Marghera, a Milazzo come a Taranto, l'industrializzazione senza controllo ha prodotto lavoro, morti sul lavoro, morti.

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