Più di quattro anni fa, esprimevo già su questo blog la mia sostanziale contrarietà all'organizzazione dei Giochi Olimpici a Roma. Allora si parlava dell'edizione del 2020 che poi è stata assegnata a Tokyo. Il governo Monti disse di no, memore dei disastri del passato e consapevole dello stato dei conti pubblici. Nel frattempo sono cambiati i governi e i sindaci di Roma, e la Capitale è stavolta ufficialmente nella short list del Cio, insieme a Parigi, Amburgo, Budapest e Los Angeles, come città candidata a ospitare i Giochi del 2024. Giochi che la nuova giunta del Movimento 5 Stelle (ma soprattutto il vertice extraparlamentare del partito) non vuole. Tra chi auspica prove di forza del governo Renzi per scavalcare il diktat grillino e chi invece pensa che l'Italia non sia adeguata a ospitare grandi eventi del genere, tra chi dice che solo così si possono riattivare investimenti pubblici e chi al contrario fa già l'elenco degli "amici degli amici" che se ne potrebbero arricchire, insomma il dibattito è infinito, forse inconcludente. E i romani? Il Censis dice che sono in maggioranza favorevoli, tra città e provincia. Secondo altri invece non ne vogliono sentire parlare.
E allora che cosa succede nel "bel paese là dove 'l sì suona"? Succede che a dire "sì" sono di più gli altri... Tipo Roberto Maroni che, evidentemente ignorando i regolamenti del Cio, avanza un sogno olimpico per Milano in sostituzione della riluttante Roma, che prima ancora di essere grillina è pur sempre sprecona. Ma sarebbe impossibile per il 2024. E se il Cio non scegliesse Los Angeles, in virtù del nuovo criterio della rotazione dei continenti, a un'altra città europea non toccherebbe più prima del 2032. Il tempo c'è.
Ma intanto, a sparare degli improbabili "sì" si scatenano i personaggi più disparati. Sui social si legge persino di gente che propone Sibari... Oppure, e qui viene il bello, arriva Gianfranco Micciché, figliol prodigo di una Forza Italia in disarmo, che dal suo status di commissario del partito berlusconiano in Sicilia azzarda una candidatura unitaria di tutta l'Isola. Vale la pena riportare per intero il virgolettato (e smontarlo pezzo per pezzo): «Dopo il no di Grillo alle Olimpiadi, chiedo a Crocetta la candidatura di tutta la Sicilia. Il tempo c'è. Bastano un governatore serio, dei sindaci capaci e un'interlocuzione costante e qualificata col governo nazionale. Del resto, a Trapani portammo la Coppa America e ci prendevano per pazzi. Solo che la nostra poi si è rivelata una sana e lucida follia ed è cambiata una città; quella di Grillo e company è follia pura».
Lo sanno tutti che a ospitare i Giochi Olimpici si candidano singole città, non regioni o chissà che altro. Per questo nel 2009 non fu accolta la pur bella e suggestiva candidatura congiunta di Hiroshima e Nagasaki per il 2020. Se quella di Micciché è una provocazione, come molti hanno commentato sbrigativamente, è provocazione inutile, fine a se stessa, tanto per buttarla in caciara e in schermaglie politiche da Bar Sport. Micciché aveva sfidato Crocetta alle regionali del 2012 e non ricordo di aver sentito parlare di Olimpiadi siciliane come elemento caratterizzante di alcun programma elettorale... I riferimenti al "governatore serio" e a "un'interlocuzione costante e qualificata col governo nazionale" sono solo punzecchiature in vista dei prossimi appuntamenti elettorali. Però intanto pure il segretario provinciale del Pd di Palermo, Carmelo Miceli, avanza il subentro del capoluogo siciliano al posto di Roma. Quanto sia attrezzata la città, non saprei: aspirava a essere Capitale europea dello sport 2016 ma le è stata preferita Praga.
Infine, la Coppa America. Un bell'evento, le regate 8 e 9 della Louis Vuitton Cup a Trapani. Era il 2005. Però le inchieste giudiziarie hanno parlato di appalti pilotati dalle cosche legate a Matteo Messina Denaro, di corruzione, di soldi intascati senza completare o nemmeno iniziare i lavori, di politici di spicco coinvolti, come l'ex presidente della Provincia ed ex sottosegretario nel governo Berlusconi, Antonio D'Ali. Parte del porto fu pure sequestrata. E non basta: il primo "grande evento" della Protezione civile targata Guido Bertolaso fu proprio la manifestazione velistica a Trapani. Il sistema degli appalti e delle deroghe eccezionali partì da lì. Bertolaso era pure commissario straordinario designato dal governo Berlusconi ad hoc per l'evento. A Trapani, da allora, esiste una via dei Grandi Eventi (sic), dedicata in un battibaleno a quelle due settimane scarse di regate. Poche ore per deliberare, mentre le vittime di mafia hanno dovuto attendere anche vent'anni per vedersi riconoscere un briciolo di memoria. Altro che "sana e lucida follia"...
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