sabato 11 aprile 2015
Il miracolo di De Gennaro
Non me ne voglia nessuno, ma da quando la sentenza della Corte di Strasburgo sulle torture della polizia alla scuola Diaz durante il G8 di Genova nel 2001 è diventata un pretesto politico (e non) per mettere sotto pressione l'attuale presidente di Finmeccanica, Gianni De Gennaro, ecco, da qualche giorno penso solo a quella striscia di Paperino uscita nel 1961.
Vado con ordine. Non che il calabrese De Gennaro, "super-poliziotto", uomo d'ordine e delle istituzioni, servitore dello Stato, mi appaia maldestro come Paperino. No. Il discorso è un altro.
Innanzitutto liquido in breve l'ipocrisia del grido "vergogna" lanciato ora da chi per calcolo politico-elettorale sembra essersi accorto d'improvviso del ruolo che oggi ricopre Gianni De Gennaro, come se nel frattempo avessero perso per strada il conto degli altri incarichi prestigiosi e delicati ricoperti anche dopo quella pagina nera e (sì) vergognosa delle violenze in divisa nel luglio genovese di 14 anni fa. Singolare che il senso di "vergogna" scatti solo adesso: ma è l'ennesimo colpo ad effetto (ritardato) di una classe politica, soprattutto nelle fila del Pd, totalmente lontana dal "Paese reale".
De Gennaro è stato assolto, è noto, per le vicende della Diaz. Ma resta, entro tutte le gabbie del garantismo, un senso di fastidio e dolore, soprattutto quando si tende, anche da parte dello stesso "Sbirro" o "Squalo" De Gennaro, ad attribuire le colpe a singoli agenti e invece continuare con la stucchevole difesa di corpo. La polizia è brava in genere, d'accordo, ma allora non lo fu affatto. E non per responsabilità individuali isolate. Però vale la pena riflettere, al contrario (e torno a Paperino, lo giuro...), sulle difese ad oltranza e i ripetuti attestati di stima a De Gennaro. Di cui si ricordano per esempio grandi meriti e intuizioni investigative nella lotta alla mafia, 11 anni al fianco di Giovanni Falcone. Si occupò lui dell'estradizione di Buscetta.
Ecco, tra le tante cose sottolineate dal riflesso pavloviano dei difensori d'ufficio, spicca la FBI's Medal of Meritorious Achievement, la massima onorificenza investigativa dell'agenzia Usa, che nel 2006 è stata conferita per la prima volta a un non americano, appunto Giovanni "Gianni" De Gennaro. Il merito è quasi esclusivamente legato alle azioni di contrasto a Cosa Nostra: il suo nome è stato in cima alla lista degli obiettivi dei mafiosi e molte delle persone con cui ha collaborato sono state uccise, spiegava l'Fbi con asciutta prosa anglo-burocratese.
F.B.I., dunque. Federal Bureau of Investigation, il top per un poliziotto. Oppure, "Fate i Bravi e Incassate", come pensava Paperino davanti all'insegna distorta dell'E.B.L., ("Esattoria Bollette Luce"). In quel caso Paperino era eroico nel far rispettare gli obblighi fiscali dei suoi compaesani. Una missione forse più modesta di quella/e di De Gennaro; di sicuro, pur facendo il bravo, ha incassato molto meno...
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pare che De Gennaro abbia archivi per ricordare gli armadi negli scheletri pari a quelli di Andreotti www.progettoalternativo.com
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