Il Mediterraneo, crocevia di popoli,
merci, culture e... cavi sottomarini per il
traffico Internet. Il Mare Nostrum è diventato
uno degli snodi globali delle connessioni
veloci ed è su questa eccezionalità geografica
che scommette Open Hub Med, consorzio
che comprende Eolo, Equinix Italia, Fastweb,
In-Site, Interoute, Italtel, Mix (Milan
Internet eXchange), Retelit, Supernap
Italia, VueTel Italia e Xmed. La sfida: aggregare
nel Sud Italia il traffico proveniente
da Nord Africa, Medio Oriente e Asia, per
indirizzarlo via terra − metodo più sicuro
− verso l’hub di Milano, esistente dal 2000.
La mappa dei cavi sottomarini nel Mediterraneo (Submarine Cable Map, elaborata da TeleGeography) |
Un’operazione per aumentare il traffico
Internet in Italia e migliorare il posizionamento
nelle comunicazioni internazionali,
finora sbilanciato verso Milano. Ma non solo,
spiega Rossi: «Ci sarà una ricaduta benefica
per il Sud e si rafforzeranno la posizione-Italia
e le imprese, attraendo investimenti».
Lo dimostra Mix, intorno al quale si è
sviluppato un indotto che ha contribuito a
creare ricchezza. «Laddove esiste aggregazione
di traffico, lì c’è sviluppo, che si crea
dove ci sono infrastrutture», commenta la
presidente di Ohm. Internet come le grandi
opere... Lo sanno bene nel Nord Europa:
tre anni fa il sindaco di Amsterdam disse
per esempio che la capitale olandese ha «tre
grandi hub: il porto, l’aeroporto e AmsIX»,
cioè il punto di aggregazione delle reti.
La scommessa è far diventare il Mediterraneo
centrale nell’aggregazione e sviluppo
del traffico che arriva da Sud e da Est. «Stiamo
facendo quello che fecero i Romani ai
tempi!», chiosa Valeria Rossi. Il Nord Africa
duplica il suo traffico nell’arco di un anno,
il Medio Oriente è già maturo, mentre
l’Asia, in forte espansione, cerca ‘strade’ alternative
alle tratte oceaniche. Oggi, infatti,
oltre l’85% del traffico globale viaggia su ‘capacità
bagnata’, con cavi sottomarini.
[articolo pubblicato sul supplemento Economia & Lavoro del Quotidiano Nazionale]
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