Nella città che ha avuto per sette anni un sindaco eletto in una spuria coalizione di centro-centrosinistra, Marco Zambuto, riconfermato dopo passaggi vari tra Udc e Pdl, infine approdato al Pd renziano, di cui è diventato uomo di punta nell'Isola (presidente dell'assemblea regionale del partito; a sorpresa trombato alle Europee; dimessosi da sindaco per una condanna a due mesi e 20 giorni per abuso d'ufficio, poi annullata in Appello), ecco, in una città così Alessi è la perfetta prosecuzione del Pd con altri mezzi. Con buona pace di von Clausewitz.
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martedì 24 marzo 2015
Torna a casa Alessi
Io me lo ricordo bene quando nacque il Pd. Nel 2007 ero a Firenze all'ultimo congresso, quello di scioglimento, dei Democratici di Sinistra. Una delle principali critiche che venivano mosse allora era che il Partito Democratico stava nascendo come una fusione a freddo tra due partiti, appunto i Ds e la Margherita. Ho sempre sottoscritto l'obiezione e, nonostante i risibili tentativi di negare che i partiti fondatori fossero solo l'erede del Pci-Pds e uno dei tanti nipotini della Balena bianca, quando vedo come è finito il Pd di adesso, mi sembra che la vecchia critica rimanga sempre attuale. Soprattutto perché, a qualche anno di distanza, la situazione è degenerata.
Naturalmente lo spunto è il caso di Agrigento con le sue grottesche primarie per il candidato sindaco. Non uso termini come "assurdo" né "incredibile" o simili. Perché ormai, e non lo dico per rassegnato fatalismo terrone, di incredibile e assurdo nella politica siciliana rimane ben poco. Nel senso che anche le più strane situazioni rispondono alle logiche del potere. E così è persino comprensibile che il Pd (tanto quello della "Ditta", quanto quello che twitta), pur di vincere e governare, a più livelli, finisca per accettare e anzi sponsorizzare alleanze indifendibili, glissando su Silvio Alessi, presidente dell'Akragas, legato a Forza Italia e sospinto dai voti degli elettori di centrodestra verso la vittoria delle primarie di centrosinistra. Alessi è lo stesso che due anni fa ringraziò pubblicamente il compaesano Angelino Alfano, senza il cui interessamento la locale squadra di calcio non avrebbe ottenuto la sponsorizzazione dell'Enel. Senza buttarla sui soliti cliché della Sicilia irredimibile sciasciana, dei paradossi pirandelliani o del famigerato laboratorio politico, quello che è successo all'ombra dei templi (d'altronde, il più importante si chiama "della Concordia") è la conferma di ciò che quel partito, che nasceva sotto lo stereotipo della formazione progressista-ma-anche-moderata, è ormai da qualche anno. Una macchina elettorale oliata solo per vincere. In cui la parola "sinistra" provoca reazioni allergiche, o perlomeno fastidi. E basta con questa vecchia politica, gli stereotipi, i luoghi comuni, bla bla bla, sembrano ripetere i nostri eroi democratici. La politica è cambiata. Le ideologie sono morte. Silvio Alessi è legittimamente il candidato sindaco del centrosinistra ad Agrigento, e può continuare a raccontare la favoletta dell'esponente della società civile su cui convergono voti e sostegno dei partiti. Lo confermano le dichiarazioni del presidente della Regione Crocetta, peraltro, secondo cui ad Agrigento «Forza Italia è spaccata in due e non alleata del Pd». Parole e concetti che neppure un renziano di ferro, finanche Renzi stesso...
domenica 15 marzo 2015
Ubi Mayor
«Il sindaco di Lampedusa è un eroe». Giusi Nicolini è eroica. E a dirlo è una persona che ha avuto modo di conoscerla e di apprezzarne l'operato. Lo ha detto Jorge Mario Bergoglio, alias papa Francesco, intervistato un paio di giorni fa in Messico. «Si è giocata tutto, a costo di trasformare l'isola da terra di turismo a terra di ospitalità», ha riconosciuto il pontefice, nonostante ciò voglia dire che «si fanno meno soldi». Insomma, Giusi Nicolini, sindaco dal 7 maggio 2012 al posto dell'uscente De Rubeis, esponente Udc con il vicesindaco leghista Maraventano (così, giusto per ricordare le alleanze di "ieri"...), ha operato una rivoluzione, né più né meno. E il gesuita argentino non è l'unico a dirlo («Grazie a papa Francesco, Lampedusa è spina nel fianco dei potenti», ha commentato lei).
Alcune settimane fa è stata pubblicata la classifica del 2014 World Mayor Prize, in pratica la graduatoria dei migliori sindaci del mondo, stilata ogni due anni dalla City Mayors Foundation, un think tank internazionale dedicato alla promozione del buongoverno a livello locale. A vincere è stato il primo cittadino di Calgary, in Canada, Naheed Nenshi, 43 anni, musulmano, originario di Zanzibar. Una storia di integrazione ed estensione dei diritti che ha fatto bene anche alla sua città, amministrata da 5 anni. Nella stessa classifica, quindi, non è un caso che sia presente pure Giusi Nicolini, nella top ten, insieme a greci, statunitensi, indonesiani, filippini, tedeschi, belgi, venezuelani e turchi. Un giro del mondo all'insegna della buona politica. Giusi (anzi, Giusy, per gli analisti di City Mayors), dunque, è nona su dieci in questa prestigiosa classifica. Il prestigio è la conferma del buon lavoro svolto a Lampedusa.
Traduco e cito testualmente le motivazioni:
Alcune settimane fa è stata pubblicata la classifica del 2014 World Mayor Prize, in pratica la graduatoria dei migliori sindaci del mondo, stilata ogni due anni dalla City Mayors Foundation, un think tank internazionale dedicato alla promozione del buongoverno a livello locale. A vincere è stato il primo cittadino di Calgary, in Canada, Naheed Nenshi, 43 anni, musulmano, originario di Zanzibar. Una storia di integrazione ed estensione dei diritti che ha fatto bene anche alla sua città, amministrata da 5 anni. Nella stessa classifica, quindi, non è un caso che sia presente pure Giusi Nicolini, nella top ten, insieme a greci, statunitensi, indonesiani, filippini, tedeschi, belgi, venezuelani e turchi. Un giro del mondo all'insegna della buona politica. Giusi (anzi, Giusy, per gli analisti di City Mayors), dunque, è nona su dieci in questa prestigiosa classifica. Il prestigio è la conferma del buon lavoro svolto a Lampedusa.
Traduco e cito testualmente le motivazioni:
Giuseppina Nicolini è sindaco di Lampedusa e Linosa, in Italia, dal maggio 2012. È stata eletta dopo aver sconfitto altri quattro candidati, compreso il sindaco uscente. In passato è stata anche vicesindaco, eletta per la prima volta a 23 anni (sindaco era il professor Giovanni Fragapane, del Pci, e lei lo sostituì tra il 1983 e l'84 quando lui fu vittima di un attentato, un accoltellamento che lo ridusse in fin di vita, ndr). Nonostante amministri una piccola comunità su due isole, il sindaco Nicolini è diventata nota a livello internazionale per il gran numero di migranti che arrivano a Lampedusa dal Nord Africa e dal Medio Oriente. La popolazione delle due isole siciliane di Lampedusa e Linosa è normalmente di 6-7mila persone. Il totale aumenta di volta in volta per il gran numero di profughi in arrivo, molti scampati per un pelo all'annegamento e traumatizzati. Dopo il naufragio dell'ottobre 2013, che ha finalmente suscitato un'attenzione internazionale, centinaia di cadaveri furono portati a Lampedusa. Nel suo impegno a richiamare l'attenzione sull'emergenza, il sindaco ha chiesto più aiuto ai vivi e più dignità per i morti. Il cimitero di Lampedusa ormai è pieno, ha detto. Il sindaco e la sua comunità sono stati elogiati da papa Francesco (quando il pontefice ha visitato Lampedusa) per i loro valori umani. Nicolini è nata nel 1961 e si è occupata di protezione dell'ambiente, dell'agricoltura e dell'artigianato. Durante decenni di impegno civile e politico, il sindaco Nicolini ha ottenuto grandi successi per l'ambiente scontrandosi con opposizioni anche violente. In particolare ha salvato la famosa spiaggia dei Conigli dagli speculatori. In alcune delle sue campagne, si è scontrata con gli interessi della mafia. È conosciuta come la "Leonessa". Giusi Nicolini ritiene che Lampedusa dovrebbe essere la porta d'accesso, non la frontiera dell'Europa. Le sue priorità per le isole sono servizi di navigazione più veloci verso la Sicilia, la costruzione di impianti di desalinizzazione per garantire acqua potabile e sicura, e più sviluppo sostenibile che rispetti l'ambiente, per attirare, dice lei, "turismo di qualità".
lunedì 13 giugno 2011
La Sicilia al ballottaggio
Dopo il primo turno delle elezioni amministrative, che nei comuni con più di 10mila abitanti ha visto confermarsi subito il solo Nello Dipasquale a sindaco di Ragusa (e l'imbarazzante plebiscito per Firetto a Porto Empedocle), anche in Sicilia è stato tempo di ballottaggi. In coincidenza con i referenda nazionali. Sono dunque 11 i comuni - 265mila elettori - che hanno dovuto attendere il secondo turno di domenica 12 e lunedì 13 giugno per sapere chi saranno i nuovi sindaci e consiglieri comunali.
L'affluenza definitiva è stata del 63,37% (168.072 elettori). Rispetto al primo turno, netto calo del 7,58%: due settimane fa aveva votato il 70,95% degli aventi diritto. Sopra il 70% i due comuni messinesi al voto, Patti e Capo d'Orlando. Il dato più basso a Favara (AG), con il 57,06% e dieci punti in meno rispetto al primo turno. Tra il 61 e il 65% l'affluenza negli altri comuni. Interessante notare che mediamente negli 11 comuni la gente ha votato più per il referendum che non per il ballottaggio delle amministrative.
L'affluenza definitiva è stata del 63,37% (168.072 elettori). Rispetto al primo turno, netto calo del 7,58%: due settimane fa aveva votato il 70,95% degli aventi diritto. Sopra il 70% i due comuni messinesi al voto, Patti e Capo d'Orlando. Il dato più basso a Favara (AG), con il 57,06% e dieci punti in meno rispetto al primo turno. Tra il 61 e il 65% l'affluenza negli altri comuni. Interessante notare che mediamente negli 11 comuni la gente ha votato più per il referendum che non per il ballottaggio delle amministrative.
martedì 31 maggio 2011
La Sicilia al voto
Affluenza. Sono andati a votare circa 280mila siciliani, il 71% degli elettori chiamati alle urne, in alcuni comuni addirittura l'affluenza è in positivo rispetto alle precedenti elezioni. Solo gli elettori di Vallelunga Pratameno (CL) sono veramente disamorati: meno dieci per cento rispetto al 2006. Ma qui c'è un motivo preciso. Nel 2009 il comune è stato sciolto per infiltrazioni mafiose, ma il Tar ha riconosciuto un vizio di forma e dunque si ricandida il sindaco che guidava quella giunta, Giuseppe Montesano. L'avversario è il suo ex vicesindaco Pino Piraino... Poco affezionati al voto gli abitanti di San Biagio Platani (AG): solo il 45,61% alle urne (ma cinque anni fa era il 50 per cento e poco più). Il comune con l'affluenza più alta è il messinese Antillo (77,03%, addirittura più delle scorse elezioni). A Ragusa, unico capoluogo di provincia interessato, ha votato quasi il 72% dei cittadini, poco meno del 70 a Vittoria.
Questi i risultati nei comuni con più di 10mila abitanti.
Ragusa. Nello Dipasquale (centrodestra, 57,2%) si riconferma sindaco al primo turno. Il candidato Pd Sergio Guastella si ferma al 36,26%, più lontano l'Mpa Salvatore Battaglia (6,54%). La trans Morgana Gargiulo, di cui tanto si è parlato, ha contribuito all'elezione di Dipasquale con 18 voti.
Vittoria. Sarà ballottaggio tra il sindaco uscente di centrosinistra Giuseppe Nicosia e il deputato regionale (già An, poi Pdl, poi Fli, ora con Micciché in Forza del Sud) Carmelo Incardona. Il redivivo ex sindaco Ciccio Aiello prende il 21% dei voti e ora, da vecchio leader della sinistra, si sta riconvertendo nella nuova guida dell'Mpa nel post-Minardo. L'ex comunista Aiello darà i suoi voti all'ex An Incardona... Ma d'altra parte a Vittoria ricordano che il giovane Incardona era un sostenitore dell'Aiello del Pci.
Bagheria. Anche qui si andrà al secondo turno. Sfida tra Lo Meo (Udc-Fli) e Di Salvo (Pdl). Rimarrebbe dunque fuori Sciortino, sindaco uscente del centrosinistra.
Terrasini. Gallina non ce l'ha fatta a far schiudere il futuro. Il candidato che aveva fatto parlare di sé per i manifesti che giocavano sul suo cognome, è rimasto molto indietro nella sfida che si risolverà nel ballottaggio tra Cucinello e Cammilleri.
Noto. Nella capitale del barocco tra due settimane si torna a votare. Ballottaggio tutto interno al centrodestra, tra Bonfanti del Terzo Polo e Leone del Pdl.
Lentini. Nello Neri del centrodestra è riuscito a portare al ballottaggio il sindaco uscente Mangiameli, appoggiato da Pd e Rifondazione (i vendoliani correvano da soli).
Ramacca. Nel comune del catanese, quattro candidati tutti sopra il 20%. Lotta serrata, al secondo turno vanno il Pd Zappalà e l'autonomista Musumeci.
Capo d'Orlando. L'uscente Sindoni prende il 48%, che naturalmente non basta. Se la vedrà con Librizzi, civico di centrosinistra. Flop del Pdl.
Patti. Al secondo turno la sfida sarà tra Gullo (centrosinistra) e Aquino (centrodestra). Ma l'Udc qui sta con il Pd.
Campobello di Mazara. Ballottaggio tra il sindaco uscente di centrosinistra Caravà e l'ex sindaco Mangiaracina (liste civiche di centrodestra). Il Pdl prende poco più della metà dei voti di Sinistra e Libertà...
Canicattì. Pd e Pdl fuori dal ballottaggio. Scorporato il Terzo Polo: tra due settimane è sfida tra l'uscente Corbo (ex Mpa) e il futurista Cani (insieme all'Udc).
Favara. Il centrosinistra qui evidentemente non c'è. Il candidato Pd non arriva neanche al 10%, dunque il ballottaggio sarà tra Manganella (caso ormai insolito di alleanza tra Pdl e Mpa) e Vitello di Futuro e Libertà.
Porto Empedocle. Imbarazzante la vittoria di Calogero Firetto. Il candidato Udc, sostenuto da Pd, Fli, Mpa e miccicheani, schiaccia il povero Paolo Ferrara dell'Idv (93,31% a 6,69%, 10mila voti contro 766!). Non c'era il Pdl, giusto notarlo per la cronaca.
Nei piccoli comuni, spicca la rielezione del sindaco di Vallelunga Pratameno, con il 96% dei voti, in una sfida al limite del ridicolo con l'ex vicesindaco.
Gli altri sindaci eletti:
Montevago (AG), Impastato; San Biagio Platani (AG), Bartolomeo; Antillo (ME), Paratore; Caronia (ME), Beringheli; Falcone (ME), Cirella; Ficarra (ME), Ridolfo; Galati Mamertino (ME), Bruno; Sant'Angelo di Brolo (ME), Caruso; Torregrotta (ME), Caselli; Ferla (SR), Giansiracusa; Sortino (SR), Buccheri; Campofelice di Roccella (PA), Vasta.
Impossibile però fare ragionamenti sulla portata politica di queste elezioni siciliane. Anche nei grandi centri, escludendo proprio Ragusa, la sfida è caratterizzata da candidati appoggiati da liste civiche, che spesso superano i più accreditati aspiranti sindaci dei partiti "ufficiali". Allo stesso modo, gli apparentamenti strani già al primo turno non permettono di trarre conclusioni lineari sulla strada intrapresa dalla politica siciliana. O forse la conclusione è fin troppo chiara: la strada è sempre dissestata.
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