D'accordo, c'è il referendum costituzionale, ma quasi tutti concordano che la vera partita politica si riaprirà con la discussione su eventuali modifiche della legge elettorale per la Camera, l'Italicum. Il presidente del Consiglio Matteo Renzi ha trovato un accordo con parte della minoranza Pd (Cuperlo): via il ballottaggio, premio alla coalizione e collegi al posto delle preferenze. La chiave è proprio il superamento del ballottaggio: così vincerebbe, con premio di maggioranza, chi dovesse arrivare primo nell'unico turno. Dunque premio alla coalizione (non al singolo partito), con tanto di probabile riedizione di larghe intese e dintorni. E senza ballottaggio, si fa dura per il Movimento 5 Stelle.
Ora, di questo di discuterà dopo il referendum. Ma intanto qualcuno è già avanti... Poteva smentirsi il laboratorio-Sicilia? No che non poteva. Così il 9 agosto scorso la Regione ha approvato una nuova legge elettorale per le amministrative – nei Comuni oltre i 15mila abitanti – che prevede il superamento del ballottaggio, l'elezione al primo turno del candidato sindaco che supera il 40% dei voti, il meccanismo del "trascinamento" (cioè il voto alla singola lista o al candidato consigliere va automaticamente all'aspirante sindaco: un incentivo a creare ampie coalizioni), consigli comunali blindati grazie al premio di maggioranza del 60% dei seggi. Insomma, si sancisce il principio dei sindaci di minoranza... Ecco la fredda cronaca dei numeri: in Sicilia il M5S amministra 8 Comuni (sui 38 totali in Italia), con questa legge avrebbe conquistato immediatamente solo Alcamo tra i "grandi". Inoltre Leoluca Orlando e Renato Accorinti non sarebbero stati eletti a Palermo e Messina.
Non è solo teoria. Domenica 27 novembre la nuova legge elettorale siciliana (i grillini l'hanno chiamata Truffarellum) troverà la sua prima applicazione concreta, con le elezioni per sindaco e consiglio comunale a Scicli. Si vota anche ad Altavilla Milicia, nel Palermitano, ma lì restano le normali regole per i comuni più piccoli. Entrambe le amministrazioni furono sciolte per mafia. Ma alla fine l'ex sindaco di Scicli, Franco Susino, è stato assolto mentre per gli altri imputati è caduta l'accusa di associazione di stampo mafioso. Detto questo, tuttavia, a Scicli si vota lo stesso.
Oltre alla novità della legge, il caso della città barocca è significativo per motivi più politici. I candidati sindaco sono cinque, tre hanno una sola lista a loro sostegno. I due contendenti principali, Rita Trovato ed Enzo Giannone, hanno invece un esercito di liste dalla loro parte. Il Pd ha rinunciato a fare le primarie e ha scelto l'avvocato Trovato, sostenuta dal centro-centrosinistra (Udc e Ncd su tutti), mentre il professor Giannone, uomo di sinistra da sempre, ambientalista, progressista, antimafia, si ritroverà anche il sostegno del movimento dei Forconi (sic) e forse di una parte di Forza Italia. Ah, il partito di Berlusconi non ha un suo candidato...
Ecco, si possono fare riforme, cambiare la Costituzione e le leggi elettorali, ma poi alla fine quello che conta è la politica. Che in Sicilia è l'arte dell'impossibile.
Aggiornamento del 28 novembre 2016. Enzo Giannone ha vinto al primo turno, con circa il 47% dei voti. Come volevasi dimostrare, la nuova legge elettorale siciliana ha avuto subito gli effetti cercati. Soglia del 40% superata, ballottaggio "scongiurato". Ma, dettaglio tutt'altro che secondario, solo il 64% degli sciclitani è andato a votare. Forse il problema non era la legge elettorale...
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giovedì 24 novembre 2016
mercoledì 9 maggio 2012
Niente di nuovo sul fronte occidentale
Provare a capire qualcosa delle elezioni in Sicilia rischia sempre di diventare un esercizio talmente complicato da risultare persino inutile. Già le primarie di Palermo avevano fatto parlare tutta Italia e i commenti non erano certo dei migliori. Un centrosinistra spaccato (ma questa non è una notizia, in Sicilia e altrove), a tal punto che l'investitura da candidato se l'era presa l'outsider Fabrizio Ferrandelli contro la favorita Rita Borsellino. Poi invece Leoluca Orlando che si candida 24 ore dopo averlo negato (ribadendolo in aramaico, diceva). E ora dopo il primo turno l'ex sindaco della Primavera, "il professore", sembra lanciato verso l'ennesima riconferma, sempre che riesca a vincere al ballottaggio proprio contro Ferrandelli. Cacciato dall'Idv da Orlando, peraltro. Vabbè, non parlo volutamente del centrodestra: difficile trovare qualcuno ben disposto a fare da vittima sacrificale pronta a immolarsi sulle ceneri del fallimento di Diego Cammarata.
Come se non bastasse, c'è stata la vicenda delle percentuali incerte. Che ha interessato tutta la Sicilia e non solo Palermo. Caos nel conteggio dei voti, si è detto, un problema di errore di interpretazione della legge regionale (il sito elettorale della Regione comunque "non è attualmente consultabile per aggiornamento dati", al momento in cui scrivo).
Oltre a Palermo, si votava in altri 146 comuni siciliani, due dei quali capoluoghi, Trapani e Agrigento. Lo so che parlando della Sicilia e del suo rapporto con il potere, mafia a parte, è facile tirare in ballo il solito Gattopardo e il-cambiare-tutto-per-non-cambiare-niente. A me non piace citare quella che è ormai diventata una frase fatta, però in effetti vedendo quello che è successo nei tre capoluoghi siciliani al voto, mi sembra proprio che le cose siano andate così. L'eventuale elezione di Orlando è sicuramente un fatto imprevisto (ma non imprevedibile), eppure stiamo parlando di uno che ha già fatto il sindaco per 12 anni. Di nuovo c'è che oggi è il candidato della sinistra...
Poi c'è Agrigento. Dove il sindaco uscente Marco Zambuto è avanti al primo turno e al ballottaggio se la vedrà con il candidato del Pdl Salvatore Pennica. Zambuto è quello che presentandosi con l'Udeur si fece votare cinque anni fa dal centrosinistra e passò subito dopo al centrodestra, cioè fece una giunta centrista, tra rimpasti e mezzi ribaltoni. Ora si è candidato con l'Udc. Sindaco uscente che può sperare nella riconferma, dunque. Forse ci voleva davvero Fonziu Purtusu per una ventata di novità.
E infine Trapani. Qui il sindaco uscente Girolamo Fazio non si poteva ricandidare, ma ha fatto la sua bella lista in appoggio all'aspirante sindaco del Pdl Vito Damiano. Risultato: la sua lista è la seconda più votata, lui rientrerà in consiglio comunale e Damiano andrà al ballottaggio con l'ex deputato di Forza Italia Giuseppe Maurici. Fazio, tanto per intenderci, è quello che si è fatto propaganda con la riscrittura della Genesi in suo onore recitata da bambini trapanesi.
Certo, il 61-0 sembra ormai davvero un evento storico sbiadito. Ma se questa è la Sicilia dei laboratori politici, mi sa che di test bisognerà ancora farne tanti.
Aggiornamento del 22 maggio 2012. Breve, secco, inequivocabile. Al ballottaggio hanno vinto Orlando a Palermo, Zambuto ad Agrigento, Damiano – cioè Fazio – a Trapani. Niente di nuovo sul fronte (della Sicilia) occidentale.
Oltre a Palermo, si votava in altri 146 comuni siciliani, due dei quali capoluoghi, Trapani e Agrigento. Lo so che parlando della Sicilia e del suo rapporto con il potere, mafia a parte, è facile tirare in ballo il solito Gattopardo e il-cambiare-tutto-per-non-cambiare-niente. A me non piace citare quella che è ormai diventata una frase fatta, però in effetti vedendo quello che è successo nei tre capoluoghi siciliani al voto, mi sembra proprio che le cose siano andate così. L'eventuale elezione di Orlando è sicuramente un fatto imprevisto (ma non imprevedibile), eppure stiamo parlando di uno che ha già fatto il sindaco per 12 anni. Di nuovo c'è che oggi è il candidato della sinistra...
Poi c'è Agrigento. Dove il sindaco uscente Marco Zambuto è avanti al primo turno e al ballottaggio se la vedrà con il candidato del Pdl Salvatore Pennica. Zambuto è quello che presentandosi con l'Udeur si fece votare cinque anni fa dal centrosinistra e passò subito dopo al centrodestra, cioè fece una giunta centrista, tra rimpasti e mezzi ribaltoni. Ora si è candidato con l'Udc. Sindaco uscente che può sperare nella riconferma, dunque. Forse ci voleva davvero Fonziu Purtusu per una ventata di novità.
E infine Trapani. Qui il sindaco uscente Girolamo Fazio non si poteva ricandidare, ma ha fatto la sua bella lista in appoggio all'aspirante sindaco del Pdl Vito Damiano. Risultato: la sua lista è la seconda più votata, lui rientrerà in consiglio comunale e Damiano andrà al ballottaggio con l'ex deputato di Forza Italia Giuseppe Maurici. Fazio, tanto per intenderci, è quello che si è fatto propaganda con la riscrittura della Genesi in suo onore recitata da bambini trapanesi.
Certo, il 61-0 sembra ormai davvero un evento storico sbiadito. Ma se questa è la Sicilia dei laboratori politici, mi sa che di test bisognerà ancora farne tanti.
Aggiornamento del 22 maggio 2012. Breve, secco, inequivocabile. Al ballottaggio hanno vinto Orlando a Palermo, Zambuto ad Agrigento, Damiano – cioè Fazio – a Trapani. Niente di nuovo sul fronte (della Sicilia) occidentale.
lunedì 13 giugno 2011
La Sicilia al ballottaggio
Dopo il primo turno delle elezioni amministrative, che nei comuni con più di 10mila abitanti ha visto confermarsi subito il solo Nello Dipasquale a sindaco di Ragusa (e l'imbarazzante plebiscito per Firetto a Porto Empedocle), anche in Sicilia è stato tempo di ballottaggi. In coincidenza con i referenda nazionali. Sono dunque 11 i comuni - 265mila elettori - che hanno dovuto attendere il secondo turno di domenica 12 e lunedì 13 giugno per sapere chi saranno i nuovi sindaci e consiglieri comunali.
L'affluenza definitiva è stata del 63,37% (168.072 elettori). Rispetto al primo turno, netto calo del 7,58%: due settimane fa aveva votato il 70,95% degli aventi diritto. Sopra il 70% i due comuni messinesi al voto, Patti e Capo d'Orlando. Il dato più basso a Favara (AG), con il 57,06% e dieci punti in meno rispetto al primo turno. Tra il 61 e il 65% l'affluenza negli altri comuni. Interessante notare che mediamente negli 11 comuni la gente ha votato più per il referendum che non per il ballottaggio delle amministrative.
L'affluenza definitiva è stata del 63,37% (168.072 elettori). Rispetto al primo turno, netto calo del 7,58%: due settimane fa aveva votato il 70,95% degli aventi diritto. Sopra il 70% i due comuni messinesi al voto, Patti e Capo d'Orlando. Il dato più basso a Favara (AG), con il 57,06% e dieci punti in meno rispetto al primo turno. Tra il 61 e il 65% l'affluenza negli altri comuni. Interessante notare che mediamente negli 11 comuni la gente ha votato più per il referendum che non per il ballottaggio delle amministrative.
martedì 31 maggio 2011
La Sicilia al voto
Affluenza. Sono andati a votare circa 280mila siciliani, il 71% degli elettori chiamati alle urne, in alcuni comuni addirittura l'affluenza è in positivo rispetto alle precedenti elezioni. Solo gli elettori di Vallelunga Pratameno (CL) sono veramente disamorati: meno dieci per cento rispetto al 2006. Ma qui c'è un motivo preciso. Nel 2009 il comune è stato sciolto per infiltrazioni mafiose, ma il Tar ha riconosciuto un vizio di forma e dunque si ricandida il sindaco che guidava quella giunta, Giuseppe Montesano. L'avversario è il suo ex vicesindaco Pino Piraino... Poco affezionati al voto gli abitanti di San Biagio Platani (AG): solo il 45,61% alle urne (ma cinque anni fa era il 50 per cento e poco più). Il comune con l'affluenza più alta è il messinese Antillo (77,03%, addirittura più delle scorse elezioni). A Ragusa, unico capoluogo di provincia interessato, ha votato quasi il 72% dei cittadini, poco meno del 70 a Vittoria.
Questi i risultati nei comuni con più di 10mila abitanti.
Ragusa. Nello Dipasquale (centrodestra, 57,2%) si riconferma sindaco al primo turno. Il candidato Pd Sergio Guastella si ferma al 36,26%, più lontano l'Mpa Salvatore Battaglia (6,54%). La trans Morgana Gargiulo, di cui tanto si è parlato, ha contribuito all'elezione di Dipasquale con 18 voti.
Vittoria. Sarà ballottaggio tra il sindaco uscente di centrosinistra Giuseppe Nicosia e il deputato regionale (già An, poi Pdl, poi Fli, ora con Micciché in Forza del Sud) Carmelo Incardona. Il redivivo ex sindaco Ciccio Aiello prende il 21% dei voti e ora, da vecchio leader della sinistra, si sta riconvertendo nella nuova guida dell'Mpa nel post-Minardo. L'ex comunista Aiello darà i suoi voti all'ex An Incardona... Ma d'altra parte a Vittoria ricordano che il giovane Incardona era un sostenitore dell'Aiello del Pci.
Bagheria. Anche qui si andrà al secondo turno. Sfida tra Lo Meo (Udc-Fli) e Di Salvo (Pdl). Rimarrebbe dunque fuori Sciortino, sindaco uscente del centrosinistra.
Terrasini. Gallina non ce l'ha fatta a far schiudere il futuro. Il candidato che aveva fatto parlare di sé per i manifesti che giocavano sul suo cognome, è rimasto molto indietro nella sfida che si risolverà nel ballottaggio tra Cucinello e Cammilleri.
Noto. Nella capitale del barocco tra due settimane si torna a votare. Ballottaggio tutto interno al centrodestra, tra Bonfanti del Terzo Polo e Leone del Pdl.
Lentini. Nello Neri del centrodestra è riuscito a portare al ballottaggio il sindaco uscente Mangiameli, appoggiato da Pd e Rifondazione (i vendoliani correvano da soli).
Ramacca. Nel comune del catanese, quattro candidati tutti sopra il 20%. Lotta serrata, al secondo turno vanno il Pd Zappalà e l'autonomista Musumeci.
Capo d'Orlando. L'uscente Sindoni prende il 48%, che naturalmente non basta. Se la vedrà con Librizzi, civico di centrosinistra. Flop del Pdl.
Patti. Al secondo turno la sfida sarà tra Gullo (centrosinistra) e Aquino (centrodestra). Ma l'Udc qui sta con il Pd.
Campobello di Mazara. Ballottaggio tra il sindaco uscente di centrosinistra Caravà e l'ex sindaco Mangiaracina (liste civiche di centrodestra). Il Pdl prende poco più della metà dei voti di Sinistra e Libertà...
Canicattì. Pd e Pdl fuori dal ballottaggio. Scorporato il Terzo Polo: tra due settimane è sfida tra l'uscente Corbo (ex Mpa) e il futurista Cani (insieme all'Udc).
Favara. Il centrosinistra qui evidentemente non c'è. Il candidato Pd non arriva neanche al 10%, dunque il ballottaggio sarà tra Manganella (caso ormai insolito di alleanza tra Pdl e Mpa) e Vitello di Futuro e Libertà.
Porto Empedocle. Imbarazzante la vittoria di Calogero Firetto. Il candidato Udc, sostenuto da Pd, Fli, Mpa e miccicheani, schiaccia il povero Paolo Ferrara dell'Idv (93,31% a 6,69%, 10mila voti contro 766!). Non c'era il Pdl, giusto notarlo per la cronaca.
Nei piccoli comuni, spicca la rielezione del sindaco di Vallelunga Pratameno, con il 96% dei voti, in una sfida al limite del ridicolo con l'ex vicesindaco.
Gli altri sindaci eletti:
Montevago (AG), Impastato; San Biagio Platani (AG), Bartolomeo; Antillo (ME), Paratore; Caronia (ME), Beringheli; Falcone (ME), Cirella; Ficarra (ME), Ridolfo; Galati Mamertino (ME), Bruno; Sant'Angelo di Brolo (ME), Caruso; Torregrotta (ME), Caselli; Ferla (SR), Giansiracusa; Sortino (SR), Buccheri; Campofelice di Roccella (PA), Vasta.
Impossibile però fare ragionamenti sulla portata politica di queste elezioni siciliane. Anche nei grandi centri, escludendo proprio Ragusa, la sfida è caratterizzata da candidati appoggiati da liste civiche, che spesso superano i più accreditati aspiranti sindaci dei partiti "ufficiali". Allo stesso modo, gli apparentamenti strani già al primo turno non permettono di trarre conclusioni lineari sulla strada intrapresa dalla politica siciliana. O forse la conclusione è fin troppo chiara: la strada è sempre dissestata.
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