[per la cronaca, nel maggio 2010 con WindJet andai a Parigi Charles de Gaulle, arrivando con cinque minuti d'anticipo]
A me non interessa fare pubblicità positiva a WindJet, che intanto negli anni ha anche aumentato le tariffe e spesso propone biglietti non proprio a basso costo. Appena una ventina di giorni fa sembrava che la compagnia fosse in crisi di liquidità, con pagamenti ritardati di stipendi e Tfr. Però allo stesso tempo si parlava di una quotazione in Borsa entro il 2012, per cui WindJet potrebbe diventare la seconda società siciliana a Piazza Affari. La compagnia catanese è la sesta per quota di mercato nazionale (6,2% nel 2011), con basi operative a Catania, Palermo e Rimini, una flotta di 12 Airbus e oltre 2,8 milioni di passeggeri trasportati nel 2011.
La novità è adesso la procedura d'integrazione tra WindJet e Alitalia. Nei giorni scorsi è stato firmato un protocollo con la società di Pulvirenti (e pure con l'altra low cost Blue Panorama), per «rafforzare la dimensione industriale degli operatori, aumentarne la competitività e svilupparne la capacità di affrontare e gestire le variabili del quadro macroeconomico», recita una nota entusiasta della compagnia di bandiera salvata nel 2009. Insomma, integrazione vorrà dire moltiplicare «le opportunità per i clienti italiani e la capacità del Paese di attrarre i flussi turistici internazionali».
Parole da comunicato stampa, senza dubbio. Se però questa intesa dovesse dare vita a un nuovo monopolio, o meglio (cioè peggio...) a un cartello, sul mercato del trasporto aereo, forse i toni potrebbero essere molto meno trionfanti. E per una volta le critiche non sarebbero infondate.
Aggiornamento di agosto 2012. WindJet è praticamente fallita. E la colpa non è solo di investimenti azzardati, anche Alitalia ha le sue (grandi) responsabilità. Perché la decisione dell'Antitrust di dare il via libera all'acquisizione comportava per la compagnia di bandiera l'obbligo di cedere alcuni slot (le cosiddette "bande orarie", vale a dire il permesso ad atterrare e decollare), proprio per evitare situazioni di monopolio. Per la sempre tutelata Alitalia questo costerebbe troppo, quindi l'accordo è saltato e WindJet è avviata inesorabilmente verso una fine poco gloriosa. E soprattutto verso problemi pesanti per 800 lavoratori e per tutti gli utenti che a ridosso della settimana di ferragosto rischiano di restare a terra. Quando non si prevedevano complicazioni all'accordo, WindJet ha continuato a emettere biglietti su richiesta di Alitalia. Se dovesse finire l'avventura di Pulvirenti nel trasporto aereo, la compagnia di bandiera dovrebbe farsi carico di quei passeggeri. Per fortuna che l'abbiamo salvata dai francesi...
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