La spiegazione sta tutta in una piccola norma inserita nella finanziaria del 2001, secondo governo Berlusconi. Grazie a un emendamento presentato dal fondatore dell’emittente, il deputato leghista Davide Caparini, Radio Padania Libera può attivare quasi liberamente nuovi impianti fm sul territorio nazionale senza chiedere preventive licenze al ministero o agli ispettorati regionali, purché non interferiscano con frequenze già esistenti.
Radio Padania è considerata una emittente “di servizio” e “comunitaria”, cioè non commerciale e utile alla comunità, come altre radio appartenenti ad associazioni o a fondazioni culturali, politiche o religiose. Radio Padania può dunque occupare nuove frequenze nazionali per completare la sua copertura, in deroga alla normativa vigente. L'altra grande beneficiaria è Radio Maria.
Accesso facile facile alle frequenze “terrone”, dunque. Ma non si comprende apparentemente il perché. Solo apparentemente. La norma prevede che dopo novanta giorni dall’attivazione dei nuovi impianti, le emittenti radiofoniche comunitarie diventano a tutti gli effetti “autorizzate”, cioè proprietarie della frequenza, che possono rivendere o scambiare anche da subito. Ecco perché RPL ha effettuato quello che il suo stesso amministratore delegato, il senatore lumbard Cesare Bossetti, ha definito “shopping meridionale”. Radio Padania conserva in effetti le frequenze per poco tempo, solo alcune settimane, permutandole con altre radio, ma anche vendendole ai network nazionali commerciali che per legge non possono acquisire impianti e frequenze: Radio 101 (gruppo Mondadori), RTL, Radio Italia, Radio Dimensione Suono, Radio Montecarlo.
Solo il tempo – ma non bisognerà attendere troppo, evidentemente – saprà dire quanto ancora si potrà “godere” in provincia di Ragusa delle trasmissioni radiofoniche padane, ascoltare i consigli dell’Automobile Club Padano, informarsi con i notiziari in una imprecisata lingua del Nord, o semplicemente accodarsi alle telefonate degli ascoltatori che augurano “buona Padania a tutti”.
Forse meglio il radiogiornale di Tunisi o di Malta.
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