mercoledì 10 aprile 2013

Via Crucettis

Chissà come ci starebbe anche la bandiera siciliana...
Finalmente anche la Sicilia ha i suoi tre delegati per l'elezione del presidente della Repubblica. Di solito a votare per il capo del Quirinale vanno il presidente della Regione, il presidente dell'Ars (il parlamentino siciliano) e un esponente dell'opposizione. Non sempre è così, comunque: nel 2006, ad esempio, andarono il deputato regionale di Forza Italia Giuseppe Catania (si disse che era un risarcimento per la mancata ricandidatura alle regionali...), il presidente dell'Ars Guido Lo Porto (Alleanza Nazionale) e l'allora capogruppo dei Ds Calogero "Lillo" Speziale, compaesano di Crocetta.
In Sicilia, quando c'è di mezzo la politica, le cose non sono mai troppo scontate. Così, la nomina del governatore Rosario Crocetta e del capo di Palazzo dei Normanni Giovanni Ardizzone è dovuta passare dal voto dell'aula. Sì, sono stati effettivamente scelti, come era previsto, ma il sistema di voto segreto ha garantito qualche sorpresa e forse fatto emergere alcune crepe nella maggioranza.
Sembrava che la partita si dovesse giocare tutta sulla nomina dell'esponente di opposizione. E la lotta era tra il centrodestra e il Movimento 5 Stelle, due modi diversi di fare opposizione (però tutti e due hanno votato provvedimenti della maggioranza di Crocetta). Alla fine l'ha spuntata Francesco Cascio del Pdl, ex presidente dell'Ars. Nel voto segreto a doppia preferenza ha avuto il sostegno di tutto il centrodestra ma anche quello trasversale di alcuni franchi tiratori della maggioranza. Cascio ha superato il grillino Salvatore Siragusa, che però a sua volta ha preso soltanto quattro voti in meno di Crocetta.
Ecco il problema. Ardizzone ha fatto en plein, mentre Crocetta ha dovuto fare i conti con 12 franchi tiratori del centrosinistra. In un momento in cui i malumori della maggioranza si fanno sentire, soprattutto per alcune nomine dirigenziali (non ultima quella pensata per Ingroia) e per le prossime alleanze alle amministrative. Naturalmente tutti i partiti della coalizione di Crocetta, Udc compresa, rivendicano la correttezza delle loro azioni e ribadiscono di aver votato il presidente. Sarà, ma intanto quei dodici voti mancanti sono finiti a Siragusa del M5S.
Dunque ai parlamentari in seduta congiunta per scegliere il prossimo inquilino del Quirinale si aggiungeranno: uno di (centro)sinistra, un centrista ma coalizzato con il Pd e uno del Pdl. Ah, naturalmente i grillini parlano di inciucio. E lo chiamavano "modello Sicilia"...

Questi i risultati dettagliati:
Giovanni Ardizzone (Udc) 46
Francesco Cascio (Pdl) 33
Rosario Crocetta (lista Crocetta - Il Megafono) 29
Salvatore Siragusa (M5S) 25
Gianina Ciancio (M5S) 16
Marco Falcone (Pdl) 2
Nello Musumeci (La Destra, lista Musumeci) 2
Salvatore Cascio (Pid - Cantiere Popolare) 2
Valeria Sudano (Pid - Cantiere Popolare) 1
Antonio Malafarina (lista Crocetta - Il Megafono) 1
Antonino D’Asero (Pdl) 1
Toto Cordaro (Pid - Cantiere Popolare) 1
Roberto Clemente (Pid - Cantiere Popolare) 1
Antonio Venturino (M5S) 1
Raffaele Nicotra (Udc) 1
Vincenzo Fontana (Pdl) 1
Nino Germanà (Pdl) 1
Una scheda nulla perché c'erano scritti tre nomi, anziché due. Chissà chi era l'intruso.

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