martedì 19 aprile 2011

Volti nuovi Nello esecutivo

Mi ricordo che quando Prodi vinse le elezioni del 2006, c'era una certa aspettativa sulla nomina dei ministri. E non solo per l'inconcludente eterogeneità della coalizione. Fu grande la delusione che onestamente gli elettori siciliani di centrosinistra provarono nel non vedere neanche un ministro dell'Isola nell'esecutivo prodiano. Non credo che occorrano quote regionali per i ministeri, ma è inevitabile che qualcuno si senta tagliato se nel governo non c'è alcun rappresentante del territorio (magica parola che ormai abbonda sulla bocca di tutti i politici italiani, e in Sicilia è un mantra).
Invece nei governi berlusconiani i siciliani hanno sempre avuto una presenza importante e numerosa. Del resto era la regione del 61-0. In passato nomi come Antonio Martino e Enrico La Loggia, forzisti della prima ora. Ora il governo quasi abbonda di miei corregionali. Stefania Prestigiacomo, il delfino Angelino Alfano, il "milanese" Ignazio La Russa, il neo esperto di agricoltura Saverio Romano, più qualche sottosegretario come Gianfranco Micciché. Non si dice nulla di nuovo a sottolineare che le nomine sono spesso spartizioni di poltrone per i partiti, vecchi e/o nuovi. Dopo l'uscita dei finiani, la maggioranza si è puntellata con chi fosse disponibile, pardon responsabile.
E adesso tocca persino a La Destra, il movimento di Francesco Storace, il "fascista col refuso" (© Enzo Biagi). Entra nel governo, come sottosegretario al Lavoro, l'ex presidente della provincia di Catania, Nello Musumeci. Di cui si è sempre detto bene come amministratore, soprattutto quando collaborava con l'avversario Enzo Bianco, sindaco della "primavera catanese". Evidentemente Berlusconi cerca di erodere un po' di consenso a destra, Musumeci potrebbe pescare tra i delusi dell'ennesima svolta di Fini. La generazione di Fiuggi è in perenne diaspora.
Però solo lui saprà e potrà spiegare come mai è ancora all'opposizione del sindaco Pdl di Catania, Raffaele Stancanelli (altro ex An). La generazione di Fiuggi è in perenne diaspora...

P.S. Racconto un episodio curioso, che c'entra solo per chiarire quanto l'ascesa al soglio ministeriale sia importante. Nel 2006 stavo a Ravenna e a casa mia prendevo ogni tanto la frequenza regionale delle Marche su Rai3: un giorno la notizia d'apertura del tg era la nomina di un sottosegretario marchigiano. Ecco, l'importanza delle cariche e forse l'eccessiva tranquillità di quella regione...

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