Invece nei governi berlusconiani i siciliani hanno sempre avuto una presenza importante e numerosa. Del resto era la regione del 61-0. In passato nomi come Antonio Martino e Enrico La Loggia, forzisti della prima ora. Ora il governo quasi abbonda di miei corregionali. Stefania Prestigiacomo, il delfino Angelino Alfano, il "milanese" Ignazio La Russa, il neo esperto di agricoltura Saverio Romano, più qualche sottosegretario come Gianfranco Micciché. Non si dice nulla di nuovo a sottolineare che le nomine sono spesso spartizioni di poltrone per i partiti, vecchi e/o nuovi. Dopo l'uscita dei finiani, la maggioranza si è puntellata con chi fosse disponibile, pardon responsabile.
Però solo lui saprà e potrà spiegare come mai è ancora all'opposizione del sindaco Pdl di Catania, Raffaele Stancanelli (altro ex An). La generazione di Fiuggi è in perenne diaspora...
P.S. Racconto un episodio curioso, che c'entra solo per chiarire quanto l'ascesa al soglio ministeriale sia importante. Nel 2006 stavo a Ravenna e a casa mia prendevo ogni tanto la frequenza regionale delle Marche su Rai3: un giorno la notizia d'apertura del tg era la nomina di un sottosegretario marchigiano. Ecco, l'importanza delle cariche e forse l'eccessiva tranquillità di quella regione...
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