Una colazione completa – cappuccino, cornetto e spremuta – costa solo 2 euro, ma se ci si limita a un caffè al bancone i deputati siciliani se la cavano con 45 centesimi. Meno di quanto costi il caffè in certi distributori. Prezzi molto più bassi di quelli del mercato corrente, persino in una terra, la Sicilia, dove il costo della vita è più basso che altrove. Il bando prevede infatti testualmente che i prezzi devono essere «ribassati del 35% rispetto alla media dei prezzi di listino, consigliati dalle associazioni di categoria più rappresentative operanti nella piazza di Palermo, aggiornati alla stipulazione del contratto».
«Con 11 euro circa – scrivono i 5 Stelle sul sito siciliano del movimento – viene servito un pranzo luculliano con antipasto, primo, secondo, frutta e caffè. Per coprire quei prezzi ribassati è prevista una quota fissa di 31.000 euro oltre Iva, pagata mensilmente». Indovinate, conclude la nota di Francesco Lupo, attivista di Palermo, «chi paga la differenza».
Il problema non è solo nei prezzi agevolati offerti ai deputati del più antico parlamento d’Europa. Ci sono anche i cosiddetti “graditi”, denunciano i 5 Stelle. Si tratta dei camerieri o banconisti che, al momento della stipula del contratto (con la ditta che vince l’appalto), hanno raggiunto «una continuità lavorativa di almeno 10 anni, ancorché con diversi appaltatori» all’interno dell’Ars. Sembrerebbero lavoratori assidui da almeno 10 anni. E invece, questi “graditi” percepiscono un doppio stipendio rispetto ai loro colleghi pur svolgendo le stesse mansioni, in base a un “premio di gradimento” (di qui il nome). Oltre allo stipendio della ditta appaltante, possono percepire anche 14 mensilità aggiuntive del valore di 1.800 euro (dato aggiornato in misura al 100% della variazione Istat).
Alla faccia del caffè.
Il menù del bar alla buvette dell'Ars. Si risparmia anche sull'ortografia |
[articolo pubblicato su Affaritaliani.it]
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