mercoledì 27 aprile 2011

La Russia è vicina

Stamattina, mentre andavo in aeroporto a Catania, ho visto una cosa che mi era sfuggita stando lontano dalla mia terra iblea. L'area di servizio di Coffa non è più Tamoil.
Spiego. In contrada Coffa, a Chiaramonte Gulfi (RG), c'è un'importante e conosciuta stazione di servizio: per anni è stata Tamoil ed è un punto di sosta e di incontro per chi viaggia sulla statale 514 Ragusa-Catania. Ma non era una Tamoil come tutte le altre. Nella provincia di Ragusa e nei dintorni, quasi tutti i rifornimenti con quel marchio erano di proprietà di Saro Minardo e della sua Giap. Quello di Coffa era una delle poche eccezioni. Ora le aree di servizio di Minardo sono in buona parte Agip (ma non appartenenti alla rete Eni), qualcuna Esso ed Erg. Tutto era nato da una joint-venture tra la Giap e i produttori libici.
Il petrolio non è solo una risorsa e un'opportunità, in Sicilia. Ci sono di mezzo la politica, l'ecologia, persino gli intrighi internazionali e naturalmente le speculazioni. Il fatto che la fu Tamoil di Chiaramonte non facesse parte dell'impero di don Saro, non vuol dire che fosse (e sia) fuori dai giochi di potere economico per la gestione dell'oro nero in Sicilia. La conferma l'ho avuta stamattina, appunto.
Negli ultimi tempi la russa Lukoil è salita al 60% del capitale di Isab, la società che ha gli impianti di raffinazione a Priolo. Mi ero perso invece il passaggio successivo: Lukoil comincia a radicarsi anche tra i distributori di benzina in Italia. Ne ha aperti tredici in Sicilia: dieci solo nella provincia di Ragusa. Dunque nelle ultime settimane sono comparse le aree di servizio biancorosse a Chiaramonte (appunto Coffa), Comiso, Ragusa, Scicli, Vittoria. Ricordo, a beneficio di chi non lo sapesse, che la provincia iblea ha in tutto 12 comuni, capoluogo compreso.

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