Un anniversario è un anniversario anche se non fa cifra tonda. Quando poi si ricorda la morte di uomini di grande levatura, allora mi importa poco se sono ventinove, trenta o trentuno anni. Il 30 aprile 1982, appunto ventinove anni fa, moriva a Palermo, insieme al collaboratore Rosario Di Salvo, il segretario regionale del Pci Pio La Torre. Due comunisti, di quelli che la lotta alla mafia l'hanno fatta fino all'ultimo e non da "professionisti dell'antimafia". Di Salvo tirò fuori pure la pistola per rispondere all'agguato mafioso in via Turba.
Pio La Torre, un nome che dovrebbe far parte dei ricordi, delle conoscenze, della formazione di ciascun siciliano. Sì, certo, era politico, schierato. Il solito comunista "fissato" che vedeva mafia e violenza, intrecci di potere e complicità nella nostra bella terra di Sicilia. Perché d'altra parte la Sicilia si nutre spesso delle tautologie à la Dell'Utri: «Se esiste l'antimafia, esisterà anche la mafia» (© Luciano Liggio). Evidentemente Pio La Torre è un altro di quelli che se l'è andata a cercare. Fin da quando lottava a fianco dei contadini nel dopoguerra.
Comunista e, come i comunisti di una volta, scomodo, combattivo, un grande dirigente e un grande politico. In un tempo in cui i parlamentari italiani non danno il nome a leggi importanti ma più spesso "battezzano" obbrobri legislativi, Pio La Torre vive ancora nel nome di una legge fondamentale per il nostro Paese. La legge sulla confisca dei beni ai mafiosi e sull'introduzione del reato di associazione mafiosa (art. 416-bis del codice penale). Cose da comunisti, dirà qualcuno. Beh, la legge è la Rognoni-La Torre e Rognoni è Virginio Rognoni, ex ministro democristiano. Ma poi era da comunista anche la battaglia contro l'installazione dei missili Cruise nella base Nato di Comiso. Pacifista comunista, facile bollarlo così. Però al generale dalla Chiesa, La Torre l'aveva detto: guardate che quella base stuzzica l'appetito della mafia, palermitani e catanesi trovano un bel punto d'incontro nella provincia babba. E questo lo diceva trent'anni fa.
Questo e tanto altro era, è stato, è Pio La Torre. Bello quando gli hanno dedicato l'aeroporto di Comiso. Smantellata la base e riconvertita per usi civili, l'aerostazione poteva avere solo un nome ed era quello di Pio. Prima si chiamava Magliocco, intitolata a un ufficiale di aviazione della guerra d'Etiopia. Che con Comiso non aveva nulla a che fare. La giunta di centrosinistra aveva deciso di omaggiare La Torre, i successori di centrodestra l'hanno trovata una scelta "fatta per dividere", tornando all'aviatore palermitano. Un militare fascista che bombardava l'Abissinia.
Pio La Torre, invece, è troppo connotato: pacifista, comunista, ammazzato dalla mafia.
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