390 comuni: uno solo
"virtuoso", ma 88 città turistiche. Ecco in estrema sintesi la Sicilia. Alla faccia di chi non è convinto che il futuro dell'economia dell'Isola sia il
turismo, l'assessorato guidato da
Daniele Tranchida ha stilato un elenco ufficiale di località siciliane a vocazione turistica, appunto 88. Queste città e cittadine potranno usufruire di fondi europei del programma operativo Fesr 2007/2013. Insomma, come spesso accade in Sicilia, anche il settore e le attività del turismo possono farcela solo grazie ai soldi che arrivano (legittimamente) da Bruxelles. Però è interessante la lista delle città turistiche.
Innanzitutto i capoluoghi di provincia. Palermo è stupenda; Agrigento, Catania, Siracusa e Ragusa hanno monumenti patrimonio dell'Unesco; Trapani, Enna, Caltanissetta e Messina... ringraziano. Cioè sono tutte dentro giusto perché capoluoghi di provincia. Vabbé. Poi ci sono altri comuni "detentori di beni dichiarati patrimonio dell'umanità dall'Unesco": le città del
Val di Noto, Piazza Armerina, le Eolie (che ci sarebbero comunque per ragioni paesaggistiche), Pantalica (area archeologica nei comuni di Ferla e Sortino), Sant'Alfio per il famoso
"castagno dei cento cavalli".
C'è una manciata di paesi considerati tra i "borghi più belli" dalla consulta turistica dell'Anci. Naturale la presenza delle
altre isole e arcipelaghi, oltre alle Eolie. Giusto inserire le nove località costiere che Legambiente e Touring Club hanno premiato con le "vele blu" (ma non sono conteggiate le "bandiere blu" della Fee, la Federazione per l'educazione ambientale). Infine decine di paesi e città che l'assessorato include "per la conclamata storica valenza turistica". Conclamata, testuale.
Niente paura per gli altri trecento comuni non in lista. Potranno usufruire dello stesso status quei paesi che dimostreranno di possedere almeno tre caratteristiche o requisiti previsti dall'assessorato:
– Adeguata presenza di beni culturali, artistici ed architettonici;
– Collocazione all’interno di parchi regionali;
– Localizzazione paesaggistica e naturalistica;
– Persistenza e tutela dei centri storici;
– Opportuna dotazione infrastrutturale alberghiera (alberghi, agriturismo, turismo rurale, paesi albergo, casa vacanze, bed & breakfast);
– Organizzazione, da oltre un triennio, di manifestazioni, rassegne o grandi eventi culturali;
– Congrua presenza turistica (dato riferito alle presenze degli ultimi 3 anni).
Da febbraio a oggi, le città turistiche sono passate da 57 a 88. A questi ritmi di aggiornamento, chi vuole venire in vacanza in Sicilia, avrà solo l'imbarazzo della scelta. Capoluoghi compresi.
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