Sicilia, terra d'emergenze. Non sto neanche ad elencarle, non sono il primo a parlarne e non sarò putroppo l'ultimo. La più "interessante" - anche a livello nazionale - è sempre quella dei rifiuti. Emergenza per modo di dire, se dura da anni, decenni come nel caso campano e napoletano. In Sicilia non siamo messi molto meglio. Il sistema degli Ato ha fallito quasi ovunque nella Regione, da Palermo a Catania passando per Messina. La costruzione di discariche e impianti di smaltimento incontra sempre l'opposizione dei residenti e più spesso la strumentalizzazione politica - che in Sicilia è trasversale, in questi casi. I comuni
"virtuosi" sono pochi (e non solo nella gestione dei rifiuti),
poche amministrazioni si danno da fare concretamente, anche a proprie spese.
Come se non bastasse, ora si scopre che in Sicilia arriva da mesi la
monnezza della Campania. E non rifiuti solidi urbani, ma speciali. Per questo tipo di rifiuti non occorrerebbe un'autorizzazione regionale, ma sarebbero sufficienti accordi privati. Accordi tra Tirrenambiente, la società che gestisce l'immondizia nel messinese, e Sapna, l'omologa napoletana. Ecco perché sono in arrivo 25mila tonnellate di rifiuti nella
discarica di Mazzarrà Sant'Andrea. Il paradosso è che l'assessore regionale all'Energia e ai Rifiuti, Giosuè Marino, dice di non saperne nulla. Ora, d'accordo che non è necessaria l'autorizzazione, ma non credo sia assurdo pretendere dalla giunta regionale giusto un pizzico di consapevolezza e conoscenza di quello che succede nelle nostre discariche.
Naturalmente vicende del genere scatenano le polemiche politiche e/o campanilistiche. Terme Vigliatore - che recentemente ha avuto un sussulto di notorietà grazie all'illustre cittadino Domenico Scilipoti - è un comune confinante con Mazzarrà. La discarica non è lontana all'abitato della frazione di Vigliatore, dove c'è anche la casa di mio nonno materno. Conosco quelle zone. Se si è particolarmente "fortunati", già in primavera inoltrata la puzza sovrasta l'odore della zagara. Ora il sindaco Bartolo Cipriano denuncia le ricadute negative dello smaltimento dei rifiuti sul territorio: inquinamento delle falde acquifere, transito degli autocompattatori, perdita di percolato, dissesti stradali e danneggiamento delle tubature. L'anno scorso Cipriano ha emanato un'ordinanza contro il transito dei camion sul tratto cittadino della statale 113 e molti anni prima era stato denunciato per aver fatto stoccare rifiuti senza autorizzazione. Il sindaco è uomo noto alle cronache giudiziarie. Terme Vigliatore è diventato un centro di traffici e affari della criminalità organizzata e il nome di Cipriano compare spesso negli atti delle procure e dell'antimafia. Ex Dc, ex An, ex Margherita, ora Pd. Come tutti quelli che portano voti, anche lui ha sempre avuto garantito l'appoggio dei vertici del suo partito. Cipriano è protagonista quasi assoluto dell'
inchiesta Tsunami, indagine dei carabinieri sugli intrecci tra potere e mafia nel barcellonese.
Contro quell'intreccio di poteri istituzionali e occulti si era battuto
Adolfo Parmaliana, docente di chimica all'università di Messina ed esponente dei Ds. Parmaliana denunciò tutto il malaffare e le connivenze nell'area. Era stato anche consulente per l'ambiente di Walter Veltroni, ma il suo partito lo abbandonò ad una battaglia solitaria e un destino tragico. Il 2 ottobre 2008, a 50 anni, Parmaliana si è suicidato lanciandosi da un cavalcavia dell'autostrada a Patti Marina. La procura di Barcellona era uno dei poteri denunciati dal professore: uccidendosi a Patti ha ottenuto che indagasse il tribunale di Patti, estraneo a quelle collusioni e connivenze. Parmaliana e Cipriano erano stati avversari alle comunali del 2002 e l'attuale sindaco lo aveva diffamato durante un comizio: solo sei mesi fa è stata confermata la sua condanna.
Cosa c'entra questo con i rifiuti? Forse nulla. Forse semplicemente è un invito a farsi due domande in questi casi. E in Sicilia spesso le domande sono retoriche.
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