Ma va davvero benissimo così, per carità. Il mio primo volo sullo scalo geograficamente più vicino a casa mia è stata un'esperienza positiva. Spero solo che si mantenga così e che funzioni sul serio, anche quando dovessero aumentare i carichi di traffico e passeggeri. Soprattutto dopo che il governo ha deciso di non chiuderlo e inserirlo nella lista degli scali "di interesse nazionale", nell'orbita di quello strategico di Catania.
Ma che non sia l'ennesimo carrozzone: a vederlo così, con i parcheggi pieni di auto (compreso quello dietro il piazzale Cittadinanza Umanitaria: sic), ho pensato che siano più i dipendenti che non gli utenti... D'altra parte, finora, ogni giorno solo una decina di aerei (su rotte italiane ed estere) tocca la lunga pista nella campagna iblea. Sempre più, comunque, degli sparuti collegamenti per Catania e Palermo che costituivano le uniche rotte della precedente vita "civile" dello scalo.
La prossima settimana non ritornerò "al nord" ancora partendo dall'aeroporto Pio La Torre, che i codici IATA identificano con la sigla "CIY". Gli orari purtroppo non sono compatibili. L'ho scoperto in questi giorni, mentre cercavo un volo per il ritorno. Pazienza.
Però non ho potuto fare a meno di sorridere (con tanto di smorfia) quando ho visto la pagina che il sito di Alitalia ha dedicato proprio alla tratta Comiso-Milano. Innanzitutto, l'ex compagnia di bandiera chiama ancora l'aeroporto "Generale Vincenzo Magliocco". Già questo basterebbe a farmi innervosire. Ma il capolavoro vero è la grafica con cui Alitalia ha voluto celebrare il nuovo collegamento.
Una fiera dei luoghi comuni che avrebbe figurato benissimo in quella che anni fa avrebbe potuto essere la mia tesi di laurea in antropologia culturale sugli stereotipi nell'industria turistica. Non la scrissi mai, preferii concentrarmi su altri stereotipi. Vabbè, lasciamo perdere le mie strane idee... Quello che resta però è un mirabile esempio di come non riusciremo mai a spogliarci di certi pregiudizi e convinzioni. Da una parte una chiesa barocca, le palme, il carretto e poi una sensualissima donna occhialuta e cappelluta, uno stereotipo perfetto della turista del nord che si presume pronta a farsi corteggiare dai masculi terroni. Dall'altra parte, il Duomo con la Madunina, via Montenapo e due malati di shopping, eleganti e chic come solo gli hipster e i metrosexual milanesi sanno essere.
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Io forse esagero, ma il contrasto è stridente. Tra il sud luminoso, che vive del suo eterno giorno soleggiato e indolente, e il nord notturno, à la page, che gode i privilegi della sua esclusività.
Chissà, forse con i "cugini" arabi di Etihad andrà meglio...
Alitalia prova almeno a riscattarsi ricordando che con Comiso si può scoprire «una città che racconta secoli di storia, con un ricco patrimonio culturale, che ha dato i natali allo scrittore Gesualdo Bufalino, Premio Campiello con il romanzo Dicerie dell'untore e Premio Strega con la sua opera Le menzogne della notte». Voglio solo ricordare che il vecchio Bufalino, che il Nord lo amava, nell'ultima intervista prima di morire, liquidò certe pretese secessioniste come "Stupidania".
Alitalia prova almeno a riscattarsi ricordando che con Comiso si può scoprire «una città che racconta secoli di storia, con un ricco patrimonio culturale, che ha dato i natali allo scrittore Gesualdo Bufalino, Premio Campiello con il romanzo Dicerie dell'untore e Premio Strega con la sua opera Le menzogne della notte». Voglio solo ricordare che il vecchio Bufalino, che il Nord lo amava, nell'ultima intervista prima di morire, liquidò certe pretese secessioniste come "Stupidania".
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