domenica 24 luglio 2011

Polizia, Gendarmerie e semi di zucca

Fino alla settimana prossima ad Avignone ci sarà il festival del teatro, una bellissima manifestazione che dura venti giorni e che dimostra che con la cultura si mangia, eccome. Sono stato lì due giorni con tre colleghi della "Walter Tobagi" di Milano (faccio un po' di pubblicità: Eleonora Brianzoli, Lorenzo Lamperti e Francesco Riccardi).
Appena partiti da Milano abbiamo cominciato a ironizzare sulle peripezie che avrei potuto avere io con la mia faccia nordafricana all'ingresso in Francia. I tunisini li hanno già respinti nei mesi scorsi. E invece i problemi con le forze dell'ordine li abbiamo avuti in Italia.
Sulla Milano-Genova siamo stati fermati da una volante della polizia. Chiedono i documenti al conducente, normale. Ma poi un poliziotto mi chiede di scendere dall'auto e di mostrargli i documenti. Li prendo dalla borsa. Poi mi chiede di fargli vedere il contenuto della borsa. Ancora adesso abbiamo parecchi dubbi che potesse farlo ma, come sempre, ho deciso di stare al gioco. Tiro fuori tutto, dal portamonete al lettore mp3, ma una delle prime cose che gli ho fatto vedere è quel cartoncino azzurro che risponde al nome di tesserino dell'ordine dei giornalisti (da praticante). Tesserino che, per inciso, in tempi non sospetti ho definito come l'ennesimo documento con foto da mostrare alle forze dell'ordine.
Poi chiedono agli altri due di far vedere i documenti e giustificano il controllo perché avevano visto "un movimento sospetto in macchina". Oddio, e che cosa hanno visto? Sono convinto che abbiano scambiato il mio sgranocchiare semi di zucca per qualche oscura mossa da spacciatore/tossico. La conferma che ci hanno fermati perché hanno visto me e le mie fattezze così "a sud di Tunisi". Ma poi arriva la domanda incredibile: "Qualcuno di voi ha precedenti con la giustizia?". Come rispondere? Le alternative ragionevoli sarebbero state due: "No, ma perché, questo mi impedirebbe di andare in autostrada?" oppure la più cattiva "No, però sono stato in carcere". Mi sono accontentato della terza via: "No, anche perché altrimenti nessuno di noi potrebbe avere il tesserino dell'ordine dei giornalisti". Questa credo proprio non se l'aspettasse e infatti la risposta imbarazzata è stata "Non ho visto nessun tesserino". Dopo questa pantomima ci hanno fatti ripartire. E intanto le altre auto sfrecciavano a 170 km orari...
Dopo tutto questo, ci chiediamo: chissà cosa farà la Gendarmerie appena varchiamo il confine? Niente. In Francia i miei connotati maghrebini non hanno destato alcun sospetto. Forse perché avevo già finito i semi di zucca e le arachidi. O forse perché avevano altro da fare. Infatti, un paio di giorni dopo, appena rientrato in Italia, leggo una notizia carina che mi fa riflettere.
A Taormina (Taormine, in francese), quindi poco più a nord di Tunisi, i carabinieri hanno ingaggiato come collaboratore estivo un gendarme transalpino per dare assistenza linguistica ai turisti francofoni. Tre giorni fa una donna francese aveva denunciato ai carabinieri che non riusciva più a trovare il figlio di dieci anni e un suo amichetto. Li ha ritrovati l'adjuvant-chef Jean Gammino, ai quali i bambini si erano avvicinati avendone riconosciuto la divisa. Tutto è bene quel che finisce bene, anzi tout est bien, qui finit bien. La collaborazione tra le due Armi sarà ricambiata: alcuni carabinieri faranno servizio nelle località turistiche francesi di maggior richiamo per gli italiani.
Nel caso dovessi andare in Costa Azzurra, starò attento alla frutta secca che mi porterò dietro.

2 commenti:

  1. Barcamenarsi tra diffidenza e razzismo sembra tipico di chi si propone di conservare chissà quale ordine precostituito. Non c'è modo per costoro di tutelare la società senza discriminare. E il dialogo si riduce a formalità. Bel post, bei post anche i precedenti. Continuo a condividerli ogni tanto, grazie!

    RispondiElimina
  2. Grazie a te, Fabio. Ho voluto raccontare ironicamente un fatterello personale per dire qualcosa che purtroppo capita più spesso di quanto sia tollerabile.

    RispondiElimina