Ma qualcuno forse potrebbe cominciare a perderci il sonno. E non parlo solo degli indagati, a quelli ci pensano gli avvocati. Penso alle conseguenze politiche. Ora che Lombardo è ufficialmente indagato per il reato introdotto nel codice penale dalla buonanima di Pio La Torre (art. 416-bis), ora che il successore di Cuffaro frequenterà caserme e tribunali, ora che il Pdl ha finalmente un pretesto per attaccarlo con ragione (però Totò Vasa Vasa è vittima perseguitata, eh...), ora cosa farà e dirà il Pd? La giunta regionale è ancora lì, con tanto di magistrati (Russo, Chinnici) e prefetti (Giosuè Marino), ma il centrosinistra-stampella-della-maggioranza qualche domanda dovrà farsela. Il partito è spaccato tra chi, come il segretario Giuseppe Lupo, prende tempo e aspetta di vedere come si evolverà la situazione giudiziaria, chi sottolinea che il Pd romperà solo in caso di processo, chi invece, come l'ala "radicale" (pensa un po') di Enzo Bianco, chiede una seria riflessione sull'alleanza. Anche dalle parti dei futuristi la reazione è garantista: Fabio Granata, solitamente fustigatore, difende Lombardo e la sua giunta, dove spiccano nomi di provata onestà e specchiata moralità antimafia.
Per una volta, però, non sentiremo parlare di toghe rosse.
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