La notizia che arriva da Caltanissetta è di quelle che allietano anche il più distratto dei lettori. Ma impone pure una riflessione sull'uso delle parole, soprattutto quando c'è di mezzo un mondo che si conosce poco e su cui invece si pensa di avere convinzioni e certezze. Qualche giorno fa, il capoluogo nisseno si è tirato a lucido per accogliere un ospite illustre. Il sultano di Abu Dhabi. Per la visita di Sultan Hasan Al-Zaabi (o Alzaabi, o Alzaabu, 'sti nomi arabi...) si è preparato pure un picchetto d'onore, i vigili schierati in alta uniforme. Peccato che appena il sultano-Sultan si è presentato in giubbotto e senza limousine, si è scoperto l'errore. Malinteso non da poco: altro che sultano, era solo un ingegnere, imprenditore della plastica di Abu Dhabi con interessi a Brescia, verosimilmente ricco - per carità - ma non un capo di Stato. Però a parte il curioso e simpatico (forse non per il sindaco nisseno Michele Campisi) incidente "onomastico", la parole sono importanti.
Abu Dhabi è uno dei sette Emirati Arabi Uniti (Uae). Emiro, non sultano, dunque. Il capo di Stato è l'emiro Khalifa bin Zayed Al-Nahyan, figlio del defunto Sultan, padre della patria, e fratello dello sceicco Mansour, proprietario del Manchester City. Sultano, emiro, sceicco: un po' di confusione sui nomi e i titoli. Il vecchio Sultan si chiamava così; gli unici sultanati sovrani sono oggi l'Oman, il Brunei, parte della Malaysia e una provincia indonesiana. Gli Uae sono appunto emirati, il monarca è l'emiro. E sceicco è titolo onorifico che poco ha a che vedere con simbologie e stereotipi occidentali sul misterioso mondo dell'Oriente islamico. Ricostruire tutte le definizioni non è facile, però sembra proprio che da questo sia nato l'equivoco.
Il comune di Caltanissetta non aveva solo organizzato un'accoglienza degna di un sultano, ma aveva pubblicizzato l'evento sul suo sito istituzionale (il link non è più attivo, stranamente...). Comunicato stampa in burocratese da manuale, condito dalla deliziosa gaffe di un refuso macroscopico:
«La vita (sic!) del Sultano giunge al termine di una intesa raggiunta dal primo cittadino con professionisti italiani residenti in quella regione per una visita ricognitiva delle nostre realtà imprenditoriali e per verificare eventuali opportunità d'investimento nel nostro territorio»Era a termine la visita e non la vita, naturalmente. Salta una sillaba e cambia tutto il significato. D'altra parte, come poteva finire la vita di uno che in pratica non esiste?
P.S. Il comune ha provato maldestramente a discolparsi. Avrebbero capito male i cronisti che hanno rilanciato la notizia: eh, sempre i soliti giornalisti. In effetti anche quelli dell'ufficio stampa sono giornalisti.
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