sabato 30 maggio 2015

Patrimonio d'interesse

Qual è la "regione che vanta il Patrimonio Unesco più ricco d’Italia"? Non ho dubbi: rispondo sempre "la Sicilia". Ieri però ho vacillato, perché uno spot radiofonico mi ha rivelato che i campioni dell'Unesco d'Italia sono in realtà i lombardi. Così pare, così dice la Regione Lombardia. E in effetti i numeri non mentono: Lombardia batte Sicilia 10 a 8, tra siti (9 lombardi, 6 siciliani) e patrimoni immateriali dell'Umanità (la Trinacria ne ha due, la Rosa camuna uno).
Ma il punto è un altro. Quattro dei nove siti Unesco lombardi sono in realtà condivisi con altre regioni italiane e addirittura con Stati esteri (la Svizzera). Quindi, a rigor di logica molto pignola, i numeri cambiano. Figurarsi però se ha senso fare campanilismi su temi così universali. Anzi, da siciliano che ha vissuto due anni a Milano, devo riconoscere un grande merito: quello spot ufficiale pubblicizzava la festa della Regione Lombardia (29 maggio, celebrazione della battaglia di Legnano), e la bravura dei lombardi è proprio quella di saper promuovere con serietà "la regione che vanta il Patrimonio Unesco più ricco d’Italia".
Mentre la Sicilia, regione che vanterebbe un grandissimo patrimonio, tutto suo, da condividere con il resto del mondo e dell'Umanità, continua a peccare. Cementificazione, speculazione edilizia e industriale, degrado ambientale, vandalismo, sciatteria istituzionale, insensibilità politica: ci proviamo in tutti i modi a mettere a repentaglio il nostro immenso "heritage" (non solo Unesco).
Perciò ho tirato finalmente un sospiro di sollievo, quando ho letto che il Tar Sicilia ha respinto un ricorso assurdo e ignobile presentato da alcuni dipendenti dell'Assemblea Regionale Siciliana (la famigerata Ars, il nostro parlamentino regionale) contro la pedonalizzazione dell'area di Palazzo dei Normanni. Ricorso contro: il Comune di Palermo, la Fondazione Federico II e l'Unesco Sicilia (sic!). La pedonalizzazione priverebbe i solerti e indefessi dipendenti regionali del parcheggio davanti all'Ars. Ah, naturalmente, vietare quello spazio al traffico automobilistico è necessario al riconoscimento del "percorso Arabo-Normanno" (con il palazzo dell'Ars e la Cappella Palatina) candidato a diventare patrimonio Unesco.
Adesso fortunatamente il Tar ha bocciato questa ottusa presa di posizione. Però con motivazioni perlomeno parziali e incomplete, che puntano su questioni molto locali. I giudici dicono: non esiste un "diritto al parcheggio" per i dipendenti regionali, «semmai può non essere facilmente spiegabile come mai un provvedimento di tal genere (la pedonalizzazione, ndr) non sia stato adottato precedentemente». Insomma, il Comune avrebbe dovuto pensarci prima. Ma il Tar non accenna all'Unesco. Anche perché lo sanno tutti che la vera piaga di Palermo è il traffico...

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