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Mi piacerebbe sedermi
a tavola con il commissario Montalbano. Magari proprio con l'originale di Camilleri, non solo con il suo omologo televisivo (peraltro simpatico, ho l'autografo che Zingaretti mi fece durante una pausa delle riprese al duomo di San Giorgio a Modica: si trattava di
Tocco d'artista). Nell'inserto "Il settimanale" del
Quotidiano Nazionale (Il Resto del Carlino-La Nazione-Il Giorno) di oggi, sono contento siano state pubblicate due pagine su cui mi sono divertito a lavorare. Il tema è appunto " a tavola con Montalbano". Non ho scritto nulla di nuovo, che i fan di Camilleri e del commissario non sappiano già, ma mi fa piacere averlo potuto fare. E ri-scoprire, spulciando le pagine dei romanzi Sellerio e i fotogrammi della fiction, che l'amore di Montalbano (e naturalmente di
Camilleri) per il cibo non è solo un elemento di colore, ma una caratteristica che secondo me accomuna molto noi siciliani. Davvero il cibo è cultura, perché rappresenta le cosiddette "radici", racconta da dove veniamo, le stratificazioni della nostra storia, e persino della nostra lingua.
Un
arancino non è solo riso al ragù. Un cannolo non è solo cialda ripiena di ricotta. La caponata non è solo un ricco piatto di verdure. C'è tutta la Sicilia lì dentro. E lo ha capito pure Zingaretti...
Buona lettura. E anche buon appetito.
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