Da una settimana vado avanti con questi dubbi. Non capisco se sia fantasia o realtà, se è un romanzo umoristico (di qualità scadente), se davvero l'Unione Europea ha deciso di farsi detestare per le sue burocrazie e le prese di posizione assurde. Io sono un europeista, ma ho sempre sopportato con fastidio quei regolamenti comunitari che sembrano fatti apposta per creare problemi all'economia agricola italiana. Con agricoltura intendo anche allevamento e pesca. A volte è l'Europa a voler frenare la dieta mediterranea.
Ora, dal momento che il Mediterraneo sta praticamente diventando un mare sub-tropicale, con specie esotiche che migrano qui e le distese erbacee di posidonia minacciate dai cambiamenti climatici, una tutela del Mare Nostrum è importantissima. Quello che a me suona sempre un po' strano - o sospetto, fate voi - è che a rimetterci spesso sia l'Italia. Quali altri Paesi pescano e mangiano bianchetti, novellame o neonata? Forse in Costa Azzurra. Il commissario greco si dimostra inflessibile con un commissario della Sicilia greca. Solo che lei è reale e lui no.
Comunque la compagna Damanaki (in un'altra vita era comunista) non è neanche il peggio. Il suo predecessore era il maltese Joe Borg, quello che si era vantato di aver bloccato per un po' il divieto di pescare il tonno rosso nel Mediterraneo, venendo incontro alle esigenze del suo Paese. Chissà se il commissario greco avrà qualcosa da ridire sulle tv di mezzo mondo, dove si vedono migliaia di persone felici di mangiare sashimi di tonno rosso. Eh sì, perché i giapponesi vengono a fare "shopping" ittico nel nostro mare. Saranno gli effetti della globalizzazione. Infatti l'importante è che sulle nostre tavole possano arrivare i bianchetti congelati e surgelati dall'Oceano Indiano. Lì tanto non c'è un Camilleri con cui lamentarsi.
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