Trent'anni passano in fretta, altroché.
venerdì 6 aprile 2012
La Sicilia marcia
L'altroieri ho rimpianto di essere troppo "piccolo". Non ero stato neanche concepito quando a Comiso il 4 aprile 1982, cioè trent'anni fa, quasi centomila persone manifestarono all'aeroporto Magliocco contro l'installazione dei missili americani Cruise. Era una battaglia pacifista, vera e sincera, forse fricchettona, ma non strumentale. Allora si lottava davvero contro la militarizzazione del Mediterraneo, sotto la guida di un martire come Pio La Torre. Sì, d'accordo, era facile allora e forse è ancora più facile adesso bollare quelle manifestazioni e quei sit-in come "anti-americanismo", in pienissimo clima da guerra fredda e di contrapposizione tra blocchi. Quasi scontato dare una patente politica. Epperò non c'erano solo i comunisti. Quella battaglia fu condivisa. Non da tutti, certo, ma marciarono anche movimenti cattolici. E trent'anni dopo a Comiso si sono riuniti i protagonisti di allora e i loro aspiranti eredi. Probabilmente alcune parole d'ordine sono cambiate, come cambiano i tempi. Ma la base è sempre quella, contro la guerra e contro la mafia. D'altra parte il raduno del 4 aprile 1982 fu l'ultimo di Pio La Torre, ucciso 26 giorni dopo. Aveva intuito il legame possibile tra il potere mafioso e il business dei missili.
Le date non sono mai casuali. Il giorno dopo questo anniversario così importante, il segno di un'epoca che non c'è più, arriva la notizia del rinvio a giudizio per il presidente della Regione Raffaele Lombardo. Io non so, e neanche me lo chiedo, dove fosse Lombardo il 4 aprile 1982; so soltanto che il 5 aprile 2012, dopo la decisione del Gip di non accogliere l'archiviazione della Procura e di disporre l'imputazione coatta, il governatore siciliano e il fratello Angelo sono stati rinviati a giudizio per concorso esterno in associazione mafiosa e voto di scambio. Sul reato di concorso c'è un grande dibattito irrisolto e se Lombardo ostenta sicurezza (come sempre, d'altronde), evidentemente sa di potersela cavare. Beninteso, è già gravissimo il voto di scambio. Indipendentemente da come andrà a finire (lui dice che si dimetterà un attimo prima del verdetto del Gup di Catania, comunque), restano un paio di considerazioni. L'introduzione dell'associazione mafiosa nel novero dei reati penali è il capolavoro di Pio La Torre. Articolo 416-bis del codice penale, tanto per ricordarlo. E alcuni tra quelli che si dicono eredi del più grande politico siciliano del dopoguerra, sono oggi gli alleati dello psichiatra di Grammichele.
Trent'anni passano in fretta, altroché.
Trent'anni passano in fretta, altroché.
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