Leggendo qua e là, ci si imbatte a volte in spunti davvero curiosi, per i quali spendo volentieri qualche riga. Il Guardian, giornale per il quale molti vorrebbero lavorare (con piena ragione), ha ospitato qualche giorno fa un articolo di un noto commentatore, Simon Jenkins. Firma del Guardian, lavora anche con la BBC e con il Sunday Times e in passato ha scritto per il Times. Insomma, non il primo arrivato. Si parlava di nazionalismo, impero, indipendenza nel Regno Unito. Commento interessante: sostanzialmente, perché opporsi alle spinte indipendentiste (scozzesi) all'interno dell'UK? Un Paese che riunisce in sé quattro entità molto diverse, compresi i nordirlandesi:
«I vittoriosi Unionisti Democratici dell'Ulster sono unionisti solo nel non essere repubblicani irlandesi. Altrimenti avrebbero molto più in comune con la Sicilia»Gli scozzesi, d'altra parte, pare vorrebbero regimi fiscali simili a quelli di alcune regioni spagnole e italiane (non capisco bene se Jenkins si riferisca alle regioni a statuto speciale, Sicilia inclusa). Ma mi fa riflettere e sorridere che la Sicilia diventi qui un termine di paragone paradossale: i nordirlandesi sono più simili ai siciliani che non alla Perfida Albione! Cioè, un popolo che pur di non dirsi irlandese è disposto a stare sotto la Corona britannica, in realtà con Londra ha poco a che vedere, persino meno che con Palermo. Oh, my God!
E pensare che la settimana scorsa i militanti della giovanile del Pdl a Palermo hanno ricordato la figura di Bobby Sands, attivista nordirlandese morto il 5 maggio di trent'anni fa. Per i ragazzi di Giovane Italia, l'Ulster è una delle ultime colonie in Europa. Jenkins avrà potuto apprezzare, Lynn non avrà capito.
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