Quando ho aperto questo blog, ero consapevole che parlare della Sicilia mi avrebbe esposto alla possibilità (e al rischio) di affrontare temi di esteri e di politica internazionale – e questo non mi dispiace affatto. La Sicilia sta lì, in mezzo al Mediterraneo, crocevia di traffici, contrasti, drammi e opportunità. Sapevo però con certezza che difficilmente avrei parlato del partenariato euro-mediterraneo o delle possibilità economiche che la posizione strategica offre all'Isola. Infatti più di una volta mi sono ritrovato a scrivere di
immigrazione,
profughi e
barconi. Per chi vive a sud di Tunisi, questo è normale...
Poi sono scoppiate
le rivolte in quasi tutto il Nordafrica, non ultima la Libia di Gheddafi, dove però è vera e propria guerra, ormai. E guerra in Libia vuol dire Sicilia in prima linea, volente o nolente. Sigonella, Trapani, Pantelleria: le basi aeronautiche siciliane sono al centro delle attività della Nato. A
Sigonella sono pronti
i caccia danesi. Addirittura Trapani Birgi sarà chiuso al traffico aereo civile, a causa delle operazioni militari. Ryanair dirotta i suoi voli su Palermo. E la Sicilia torna al centro del Mediterraneo come negli anni Ottanta. Ma come allora, solo per ragioni belliche. Siciliani sono anche cinque degli otto italiani a bordo del rimorchiatore sequestrato nel porto di Tripoli. Quattro di loro sono marittimi di Pozzallo, miei conterranei: il nostromo Salvatore Scala, Salvatore Boscarino, Antonino Arena, Giorgio Coppa. La nave è la stessa che nel 2009 soccorse 350 migranti al largo delle coste libiche. Ecco come la Sicilia sta in mezzo al
Mare Nostrum... (a volte mi chiedo: "nostro", di chi?)
Quello che posso fare e dire io da queste pagine personali, è solo un commento o meglio una riflessione. Da qualche giorno mi è tornata in mente una vecchia canzone di Francesco De Gregori,
Disastro aereo sul Canale di Sicilia. Del 1976, quindi Ustica non c'entra. Sembra profetica. O scritta oggi.
De Gregori scrisse la canzone dopo aver letto un articolo che denunciava l'acquisto da parte dell'Italia di molti aerei militari. 1976, trentacinque anni fa: oggi il ministro della Difesa La Russa conferma l'utilizzo di caccia italiani nei raid in Libia. Il giornalista citato nel testo pare invece sia Mauro De Mauro, grande mistero italiano e siciliano. Che sparì mentre indagava sulla morte di Enrico Mattei, altra vittima di un disastro aereo.
Poi sarebbero arrivate Ustica, Sigonella, Comiso, le stragi, i missili e la guerra fredda. Altro che mare: la Sicilia è un'isola in mezzo al cielo.
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