sabato 25 dicembre 2010

La costituzione del Lombardo-Siculo

"Torniamo allo Statuto". Così diceva nel 1897 il deputato toscano Sidney Sonnino, auspicando che una lettura restrittiva dello Statuto Albertino potesse porre un freno ai poteri del parlamento. Quello Statuto era stato promulgato nel 1848.
Cento anni dopo entra invece in vigore un altro statuto, quello autonomistico siciliano.
"Torniamo allo Statuto". Così immagino potrebbe dire il governatore Raffaele Lombardo. Oddio, più che tornare allo statuto, sarebbe forse meglio incominciare ad applicarlo. Lo Statuto del 1948 ha rango costituzionale, e Lombardo ha minacciato di andare alla Consulta se sarà ancora disatteso dal governo nazionale.
L'articolo 21, comma 3, stabilisce che il presidente «col rango di Ministro partecipa al Consiglio dei Ministri, con voto deliberativo nelle materie che interessano la Regione». L'avvertimento è chiaro: se il governo insiste a non invitarlo alle riunioni che riguardano la Sicilia, Lombardo impugnerà le delibere davanti alla Corte Costituzionale. Il presidente della Regione se l'è presa anche per i fondi strutturali per le opere pubbliche, che in Sicilia non sarebbero mai arrivati.
La polemica e le minacce sembrano però strumentali e puramente politiche. Decenni di politica siciliana clientelare e para-mafiosa hanno bellamente ignorato l'esistenza dello statuto autonomista. Lombardo è a capo del cosiddetto Movimento per l'Autonomia, ovvio che adesso ne faccia una sua bandiera, anche retorica. La sua presa di posizione, però, suona più come la conferma che dopo la sfiducia dell'Mpa al governo Berlusconi, non mancheranno frizioni con Palazzo Chigi, che non ha gradito affatto l'accordo tra Lombardo, i finiani, l'Udc e la sparuta truppa rutelliana (con l'appoggio esterno del Pd) per il quarto governo regionale in due anni e mezzo.
Intanto la giunta ha varato l'esercizio provvisorio per tre mesi. La costituzione siciliana (art. 19) prevede che il bilancio della Regione venga approvato non oltre il mese di gennaio.
Ecco, appunto: "Torniamo allo Statuto".

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