Andiamo con ordine. Tutto nasce da un reportage del quotidiano francese Le Monde a firma Fabienne Darge, pubblicato a febbraio ma di cui si sta parlando molto in questi giorni, dopo che è stato rilanciato dalla stampa italiana.
Darge raccontava la storia di Emma Dante, la drammaturga palermitana più famosa in Francia, ma discretamente ignorata a casa sua. Il fatto che "La" Dante (l'utilizzo dell'articolo è nell'originale francese, non se la prenda con me, ministro Fornero, ndr) possa diventare una "martire culturale" è preoccupante. Il problema vero è che Palermo (e la Sicilia in generale) «non sempre nutre i propri figli, non permettendo all'arte e alla cultura di svilupparsi». A Emma Dante sicuramente non dispiace avere successo all'estero, peraltro è la sua città natale a non darle spazio, nel resto della Sicilia i suoi spettacoli trovano spesso ospitalità. Cosa dovrebbero dire allora tutti gli artisti e autori siciliani meno noti che lavorano in silenzio e magari non riusciranno mai a dirigere una prima della Scala?
Le Monde attacca direttamente le istituzioni siciliane, «nemiche della cultura». E così sono arrivate le risposte delle autorità chiamate in causa. Quello che mi ha colpito è che la prima reazione non è stata dell'assessore Missineo, come sarebbe stato ovvio aspettarsi. Il primo a indignarsi è stato il suo collega Daniele Tranchida, assessore al Turismo, sport e spettacolo. Non solo perché ha pensato che così si oscuri il nome della Sicilia e il suo appeal turistico, ma proprio perché la notizia l'ha tirata fuori – tardivamente – l'osservatorio di Klaus Davi (sic) sull'immagine dell'Isola all'estero. Colpito nell'orgoglio, Tranchida non si è preoccupato molto della "fuga culturale dei cervelli", piuttosto ha rilanciato e ha definito «anacronistico, ingeneroso e superficiale» l'articolo di Darge, invitando poi i giornalisti francesi a venire in Sicilia e valutare dal vivo il lavoro delle istituzioni regionali in materia di cultura e turismo. Temerario, l'assessore Tranchida: io ho qualche dubbio che i francesi troverebbero tutto in ordine, dato lo stato d'abbandono di molti siti archeologici e turistici, oppure per gli scempi edilizi che hanno violentato ( e mica smettono...) il territorio siciliano.
Missineo ha replicato appunto così:
«È vero che ci sono artisti siciliani che sono stati costretti a espatriare, però mi piace pensare che la loro non sia una "fuga culturale dei cervelli", piuttosto che siano i testimonial dell'arte siciliana nel mondo»E allora va a finire che magari si mandano ai giornali comunicati stampa che esaltano le gesta dei siciliani all'estero ma non si permette a questi espatriati, anzi "testimonial", di esprimere a casa loro il proprio valore artistico. L'assessore però ha rassicurato: si sta lavorando perché nel 2019 Palermo diventi la capitale europea della cultura e per far iscrivere nel patrimonio dell'umanità il percorso arabo-normanno del capoluogo. Intanto speriamo che nel 2019 siano ancora integri tutti gli altri siti Unesco già esistenti...
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