giovedì 17 febbraio 2011
La scomposizione dei Termini
Termini Imerese uguale Fiat. Equazione quasi scontata. Ma il Lingotto ha deciso di lasciare lo stabilimento entro la fine dell'anno e dunque è necessaria una riconversione industriale dell'ormai ex polo automobilistico. Con annesso reimpiego degli oltre 1.500 lavoratori Fiat.
Al ministero dello Sviluppo economico è stato finalmente firmato un accordo di programma per la riqualificazione del polo imerese. Accordo tra Governo, Regione Siciliana, provincia di Palermo, comune di Termini, Fiat Group e Invitalia - l'advisor che per conto del governo si è occupato della riconversione. E Invitalia ha individuato sette aziende che potranno accedere ai finanziamenti per il rilancio del sito. Fondi per 450 milioni di euro in totale (100 dal Governo, 350 dalla Regione). È interessante che su sette, solo due aziende della short list hanno a che fare con il settore automobilistico, per di più in produzioni di nicchia: la De Tomaso (auto di lusso) e la Cape Reva (auto elettriche). Le altre: Med-Studios (teatri di posa per cinema e fiction - d'altra parte qui si gira già Agrodolce); Newcoop (piattaforme logistiche e grande distribuzione); Lima (protesi ortopediche); Biogen Termini (energia da biomasse); Ciccolella, prima azienda florovivaistica quotata in Borsa in Europa (serre fotovoltaiche). Insomma, un elenco, una list eterogenea che dimostra come Termini Imerese potrebbe essere un buon sito industriale anche senza la Fiat e i grandi impianti. Ci si poteva arrivare prima, forse.
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