Da tre anni si sa che a marzo 2011 aprirà un punto vendita Ikea a Catania. Le polemiche non sono mancate sin dall'inizio e si fanno sempre più aspre. Il centro commerciale sarà in contrada Buttaceto, costruito al posto dell'ex stabilimento della Cesame2, ditta che produce sanitari. La Cesame è in grande crisi e i suoi dipendenti sono ora senza lavoro. Il presidente della Regione Lombardo ha chiesto a Ikea di assumere ex lavoratori Cesame, ma la risposta è stata negativa. Per 240 posti di lavoro, a settembre avevano presentato la domanda 40 mila aspiranti ikeisti. Lombardo non le manda a dire, come spesso gli capita: «Conservano l'atteggiamento tipico dei gruppi stranieri che vengono in Sicilia per farsi i loro porci comodi (sic). Non gliene frega niente di assorbire la forza lavoro. Grazie alle autorizzazioni facili hanno trovato terreno fertile per fare ciò che desiderano: contratti part-time da poche centinaia di euro».
La risposta dura a Lombardo arriva da uno dei suoi acerrimi neo-nemici politici, il suo successore alla presidenza della provincia di Catania, Giuseppe Castiglione. Lombardo si contraddice perché il ddl regionale sul commercio prevede sostegno a favore dei centri commerciali «sui quali, più che l'attenzione del mercato, ricade l'attenzione di diverse procure distrettuali antimafia», dice Castiglione. L'accusa non è affatto velata: «Sembrerebbe che per il presidente Lombardo sia inconcepibile la trasparenza adottata nella selezione».
Ecco bella e costruita la polemica fai-da-te. Di questo, in Sicilia, i magazzini sono sempre pieni.
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