martedì 17 gennaio 2012

Forca d'urto

E siamo arrivati al secondo giorno del blocco stradale in Sicilia. Andiamo con ordine, se si riesce.
C'è crisi, e fin qui ci siamo. La benzina costa uno sproposito. Lavoratori e famiglie hanno difficoltà ad arrivare alla fatidica fine del mese. Alcune manovre del governo non aiutano di certo, in generale. E allora le proteste, soprattutto quelle di alcune categorie, sono prevedibili - ma anche strumentali.
Il blocco dei Tir alla barriera autostradale di San Gregorio a Catania
Ora, bloccare il traffico in tutta la Sicilia per non far arrivare rifornimenti e merci ai negozi o impedendo la libera circolazione non mi sembra una modalità corretta di fare protesta. Io posso pure essere d'accordo con le ragioni della mobilitazione, spacciata da più parti come pacifica e benaccetta alla popolazione. Però sul modo c'è molto da ridire. A parte che non sono convinto che tutti siano così contenti di trovarsi strade, autostrade, accessi a porti e aeroporti bloccati e negozi vuoti e neanche un goccio di carburante; ho anche qualche dubbio sulla correttezza di andare in giro, come viene riportato dalla giornata di ieri, a chiedere - più o meno gentilmente - ai commercianti di aderire alla protesta.
Il blocco dell'autotrasporto proseguirà sicuramente almeno fino a venerdì. Il movimento Forza d'urto (che riunisce gli Autotrasportatori Aias, il cosiddetto movimento dei Forconi - che gode anche dell'appoggio del presidente del Palermo Maurizio Zamparini, più altre associazioni di categoria dei camionisti e degli agricoltori) non vuole tornare indietro sui propri passi. Io ammetto che non trovandomi in Sicilia posso sicuramente avere una visione distorta delle cose: rimango comunque della mia idea, il caos non mi sembra la soluzione. Come ogni movimento di protesta, registro che ci sono favorevoli e contrari, e questo mi dà un'ulteriore conferma al fatto che sia legittimo nutrire dei dubbi.
Il dubbio maggiore me lo tengo per la fine. Questa "forza d'urto" è davvero così spontanea? Apartitica? Apolitica? Forse lo è sulla carta e nelle intenzioni (soprattutto in quelle di chi manifesta davvero perché è incazzato). Giuseppe Richichi, presidente dell'Aias, se la prende con la politica siciliana, assente e disinteressata. Mah, a me così disinteressata non sembra proprio. Fatto sta che tra ieri e oggi sono venuti fuori i nomi di Forza Nuova (cui parrebbe vicino il capo dei Forconi, Martino Morsello), dell'Mpa, dei miccicheani di Grande Sud, di Gioventù Italiana, la giovanile della Destra di Storace, come sostenitori più o meno espliciti del movimento di protesta.
Ma anche in questo caso deve essere l'influsso malefico della Milano comunista di Pisapia a farmi pensare male.

Aggiornamento del 19 gennaio 2012. A proposito di Milano, i forconi siculi ora godono pure dell'appoggio più insperato: la Lega Nord. Il quotidiano del Carroccio La Padania, infatti, esalta "la ribellione dei siciliani". La regione è in tilt, ma "il popolo spiazza i palazzi". Mari e Monti...

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