Qualcuno teme che a Palermo possa tornare la guerra di mafia, segno che la successione nel "regno di Mafiopoli" non è affatto conclusa né definita. E qui torniamo al boss di Castelvetrano. Mi permetto di dire la mia. Non ho mai creduto che Messina Denaro fosse diventato il nuovo capo di Cosa Nostra, per una serie di motivi. Mi sembra strano che un trapanese possa prendere la guida di un'organizzazione palermocentrica. Ma la questione secondo me è ancora più semplice - e al contempo complicata. Esiste Cosa Nostra? So che è una provocazione, ma "Cosa Nostra" è ormai diventato solo un marchio. Direi piuttosto che esistono tante "cose nostre", tante mafie. Non è detto che ci sia un'unica organizzazione mafiosa centrale in Sicilia. Palermo, Catania, Messina, la stidda: ecco, da questo punto di vista la mafia siciliana è un'entità federale...
Beninteso, Messina Denaro è un latitante pericoloso, un suo ruolo nell'organigramma mafioso ce l'ha sicuramente. È stato lui ad aver scelto gli obiettivi delle stragi del 1993, consultando un depliant turistico. E in quell'anno è cominciata la sua latitanza. I suoi fedelissimi lo chiamano "l'Assoluto". I suoi (mal)affari arrivano fino alla parte opposta della Sicilia rispetto al trapanese, cioè nelle mie zone, come hanno spiegato alcuni mesi fa gli amici del Clandestino (in quel caso ho avuto l'onore di scrivere un editoriale sulla mafia a Ragusa). Il boss è inserito nella top ten dei criminali più ricercati al mondo. Prima che venisse ucciso Osama bin Laden, il Diabolik di Castelvetrano era addirittura quinto. Ora non so se ha scalato le classifiche.
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