martedì 7 febbraio 2012

Pecore chiuse a enclave

Il comune di Resuttano mi ha sempre incuriosito. Sarà per la fissazione con la geografia (e soprattutto le sue stranezze), ma lo status territoriale di questo paesino di duemila abitanti è davvero interessante. Guardando le cartine della Sicilia, salta all'occhio quest'isoletta: Resuttano appartiene alla provincia di Caltanissetta, ma è completamente circondato dal territorio dalla provincia di Palermo. L'unica piccola eccezione è la contrada Ciolino, confinante con il comune nisseno di Santa Caterina Villarmosa. Resuttano è dunque un'enclave (o exclave, insomma dipende dal punto di vista) nissena in territorio palermitano.
[Un altro motivo per cui vale la pena che sia noto questo paesino è l'origine (a metà) resuttanese di Nino La Rocca, pugile nato in Mauritania da padre del Mali e madre appunto di Resuttano, italiano dal 1983]
Tra le principali attività economiche del piccolo paese c'è l'allevamento, soprattutto di ovini. Ed evidentemente a Resuttano le pecore si allevano un po' ovunque. Persino nei giardini pubblici.
I carabinieri hanno arrestato un pastore e panettiere 32enne, Massimo Falzone, perché faceva pascolare le sue 56 pecore nel Parco delle Rimembranze, una villa pubblica dov'è piantato un albero per ogni nuovo nato e per ogni caduto in guerra. Il "pastore urbano" è accusato di ricettazione, danneggiamento, introduzione di animali nel fondo altrui e pascolo abusivo. Falzone aveva pure recintato una parte del giardino. Non si sa mai. D'altra parte anche alcune delle sue pecore erano rubate...
Un ovile dentro un parco a Resuttano: un'enclave nell'enclave.

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