domenica 2 marzo 2014

Verde, bianco e Granata

"Che fine ha fatto Fabio Granata?". Partiamo da questa domanda, che giusto qualche giorno fa mi è stata riproposta dal mio caposervizio al giornale. Tempo fa avevo scoperto che in Italia, dove nascono più partiti politici che imprese, stava per vedere la luce un nuovo movimento ambientalista, Green Italia. Normalmente, nel panorama politico europeo e soprattutto italiano, un partito ecologista lo collocheresti quasi automaticamente a sinistra. Ma Green Italia regalava una sorpresa: oltre a gente che veniva dai Verdi (quelli del "sole che ride", compreso lo stesso Angelo Bonelli oggi consigliere comunale a Taranto), da Legambiente, dalla Cgil, ex deputati del Pd (gli ecodem Ferrante e Della Seta), c'è proprio lui, Granata, tra i fondatori del movimento.
I servizi tv che in questi giorni parlavano di Green Italia dicevano "né destra né sinistra, un movimento trasversale", e spuntava appunto Granata. Solo che, andando sul sito del nuovo partito, forse non si capisce il perché di questa premessa. Ecco come lui stesso si presenta:
Avvocato penalista, Assessore ai Beni Culturali fino al 2004 e poi Assessore al Turismo della regione Sicilia. In questa veste si adopera per bloccare le trivellazioni petrolifere che erano state autorizzate nel Val di Noto, patrimonio dell’Umanità per l’Unesco, e istituisce la Soprintendenza del mare. Dal 2008 al 2013 è Vicepresidente della Commissione parlamentare di inchiesta sul fenomeno della mafia e sulle altre associazioni criminali, anche straniere.
Un siciliano antimafia, ambientalista (è anche nel direttivo nazionale di Legambiente), impegnato nella promozione culturale, europeista. Uomo di destra. Di una certa destra siciliana non democristiana e pre-berlusconiana, a voler banalizzare tantissimo, borselliniana. Epperò, Benedetto Fabio Granata, classe 1959, siracusano ma nato a Caltanissetta, nella sua biografia su Green Italia non parla affatto di questa sua militanza politica. A leggere quelle righe, sembrerebbe persino un "tecnico" prestato alla politica... Elenchiamo invece in breve: Fronte della Gioventù, Msi (corrente Pino Rauti...), Alleanza Nazionale, poi Pdl e infine Futuro e Libertà. Di Fli anzi era una delle anime più dure e pure, un fedelissimo finiano anti-berlusconiano. Negli anni Novanta ci fu anche un fugace avvicinamento a La Rete di Leoluca Orlando. Ora l'ambientalismo "trasversale". Nel mezzo, tanto per non farsi mancare nulla, l'apertura di un blog su ilfattoquotidiano.it, in ossequio alla massima "il nemico del mio nemico è mio amico", credo. Ultimo post: 25 settembre 2012.
Più recente invece quello che ha detto di Matteo Renzi: «In Parlamento non ha pronunciato una sola volta la parola mafia: come in Johnny Stecchino, con la burocrazia al posto del traffico». Il traffico è una grande minaccia per l'ambiente, in effetti.

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