Chi non ha mai visto le celebrazioni pasquali a Scicli, forse non capirà del tutto questo post. In generale, quasi tutte le feste siciliane della Settimana Santa sono spettacoli ed eventi bellissimi, che vanno oltre i riti religiosi. Quello che ora è cristiano, prima era ebraico, greco, romano, ancora oggi certe celebrazioni sono palesemente pagane. Raccontano la storia e la stratificazione culturale dell'Isola. A Scicli, la Pasqua è la festa dell'Uomo Vivo, 'u Gioia. L'uomo morto e risorto, l'esplosione di gioia per la sua resurrezione.
Immaginate una statua che corre (cioè corrono quelli che la portano in spalla) uscendo dalla chiesa e va in giro per la città, in mezzo a una pioggia di petali di garofano lanciati dalla folla di fedeli, turisti e curiosi. L'Uomo Vivo è pazzo di gioia, e pazza di gioia è la folla. Vinicio Capossela era in vacanza da quelle parti e si è innamorato di quella passione popolare. Nel 2006 esce l'album Ovunque proteggi e lì dentro c'è un epico, trionfale, appassionato omaggio alla festa sciclitana, L'Uomo Vivo (Inno alla Gioia). Vinicio regalò una spettacolare e imprevista esibizione a Scicli proprio durante la festa del Gioia, io c'ero. La cantò tre o quattro volte, vestito come il capo di una banda di paese, accompagnato da una vera banda e dalla tromba di Roy Paci.
La festa dunque si ripete ogni anno ed è un appuntamento irrinunciabile. Sono passati due mesi dall'ultima celebrazione e la procura di Modica ora cita in giudizio due uomini, padre e figlio. Per un reato di cui ignoravo l'esistenza: turbamento di funzioni religiose del culto di una confessione religiosa (articolo 405 del codice penale). Avevano provato a bloccare il 24 aprile la processione alla fine della messa pasquale nella chiesa di Santa Maria La Nova. «Non si esce perché lo devo portare io come ho fatto per quarant'anni», minacciava il padre. Aveva rotto pure lo stendardo e picchiato uno dei portatori.
Ripeto, il Gioia è una festa molto sentita...
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